Acqua, 32 comuni “ribelli” a rischio commissariamento

La Regione li obbliga entro il 20 maggio ad aderire al consorzio dell'Ato.

In pratica, è un ultimatum. O lo fate voi, o mandiamo un commissario, e lo facciamo noi. La Regione ha diffidato 32 comuni del varesotto che non hanno aderito al consorzio dell’Ato, l’autorità dell’acqua che a Varese è ancora lettera morta, unica provincia in Lombardia. Se i comuni "ribelli" non firmeranno entro il 20 maggio, il Pirellone invierà un commissario "ad acta", un funzionario cioè che faccia aderire il comune bypassando l’amministrazione. L’adesione al consorzio serve per dare all’Ato forma giuridica e un bilancio proprio (lo dice la legge regionale) ed è uno dei passaggi per arrivare alla configurazione definitiva dell’autorità.
Alcuni comuni "ribelli" contestano la legge regionale, che obbliga a ditinguere il soggetto gestore da quello proprietario delle reti, in pratica obbligando all’affidamento esterno. Diversi enti locali hanno già firmato una proposta di referendum regionale contro quella che definiscono la “privatizzazione dell’acqua”, in una sorta di alleanza trasversale che coinvolge anche sindaci di sinistra e della Lega. Tra i comuni che rischiamo la messa in mora dalla Regione (hanno però 60 giorni di tempo per ricorrere al tar), ci sono infatti le amministrazioni a guida leghista di Varese, Morazzone, Tradate, Buguggiate, ma anche  Daverio e Crosio della valle, Venegono superiore a guida centrosinistra.
Alcune amministrazioni sono perfino finite nella lista anche perchè hanno apportato modifiche alla delibera "originaria" della conferenza d’ambito, e tra questi Busto Arsizio .  
Tra gli altri comuni coinvolti Albizzate, Bedero Valcuvia, Biandronno, Caronno Pertusella, casale Litta, Casciago, Castelseprio, Castiglione Olona, Ferno, Fagnano Olona, Gazzada Schianno, Gerenzano, Gorla maggiore, Gorla Minore, Induno Olona, Lonate Ceppino, Lonate Pozzolo, Marnate, Mornago, Olgiate olona, Solbiate Olona, Somma Lombardo, Ternate, Venegono Inferiore. 
«Eravamo e restiamo contrari alla legge regionale – dice ad esempio Giorgio Belli il sindaco di Crosio – ma abbiamo già convocato il consiglio comunale per decidere se aderire ed evitare il commissariamento». E’ solo un esempio, ma cosa faranno ad esempio i sindaci leghisti? Proprio la chiusura del complicatissimo rebus dell’acqua è uno dei primi problemi che deve affrontare il presidente della provincia Dario Galli. Lo stallo nell’Ato aveva anche sullo sfondo contrasti politici per la gestione tra Lega e Forza Italia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Maggio 2008
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