Guido Morselli “bocciato” anche da Isella e Sereni

Sul banco degli imputati le case editrici che rifiutarono i suoi romanzi. Un video inedito svela il paesaggio interiore dello scrittore. La studiosa Valentina Fortichiari commenta alcuni dettagli di questo documento

Guido Morselli in sella a Zeffirino (foto), il cavallo che suo padre gli aveva comprato alla fiera di Verona, lanciato in uno sfrenato galoppo. Un divertente circuito di lumache, con tanto di tribuna e traguardo. La mucca Pedrina, gli amici, il fratello Mario e il triumvirato degli “scapoli”. Gli amati libri aperti sulla scrivania. Sono alcune delle scene del filmato girato dallo scrittore e messo a disposizione degli organizzatori di “Amor di libro” dalla famiglia Morselli. Valentina Fortichiari è considerata "l’esperta" dell’opera di Morselli che all’autore ha dedicato alcuni importanti volumi: “Guido Morselli: immagini di una vita” (Rizzoli) e “Guido Morselli. Romanzi” (Adelphi).

Fortichiari, a che anno risale il filmato che verrà proposto al pubblico di “Amor di libro”?
«In quel video ci sono frammenti diversi. Guido Morselli aveva circa trent’anni (era nato a Bologna nel 1912 ndr) e usa la cinepresa con la sua tipica smania di perfezionismo».

Ci sono molte scene ironiche, come la corsa delle lumache. Siamo ben lontani dall’immagine dello scrittore depresso o sull’orlo del suicidio.

«È vero, Morselli si prende in giro. I suoi problemi erano sul piano caratteriale. Era un uomo orgoglioso, con un lato oscuro».

Perché un intellettuale innovativo come Italo Calvino,  quando era responsabile editoriale all’Einaudi, ha liquidato i manoscritti di Morselli con tanta sufficienza? C’era dell’invidia?
«Quando Calvino ha letto “Il comunista” lo ha trattato con un senso di benevolenza e ha liquidato Morselli dicendo “lei non ha idea quale sia il mondo delle cellule comuniste“. Calvino lavorava per se stesso e probabilmente c’era anche dell’invidia. Però le colpe andrebbero ridistribuite anche su Vittorio Sereni e Dante Isella che non si sono mai occupati di Morselli, se non dopo il suo suicidio. La verità è che Morselli non era classificabile, cercavano di assimilarlo ai modelli esistenti, ma lui era unico. Era uno scrittore di respiro europeo e internazionale. Lo diceva anche Giuseppe Pontiggia. C’era un gap tra lui e i suoi romanzi, con i suoi innumerevoli “io” Morselli precorreva i tempi e l’industria editoriale non lo ha fatto passare».

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Morselli non chiedeva aiuto?
«No, non lo chiedeva anche quando poteva farlo. Era stato compagno di classe di Giorgio Mondadori, eppure quando era nella casa editrice si nascondeva dietro le colonne per non incontrarlo. Morselli se si sentiva rifiutato non lottava, si ritirava subito, cedeva le armi».

Però aveva accettato dal padre un vitalizio per vivere e scrivere. Un padre controcorrente rispetto alla morale di quel periodo storico dominata dal mito dell’uomo forte.

«Il padre di Morselli è stata una figura fondamentale perché aveva capito il talento del figlio, permettendogli di dedicarsi alla scrittura senza affanni. Fu una grande manifestazione d’amore. Quando il padre stava morendo, lui non lo ha voluto più vedere fino a quando non fosse tutto finito. Un grande atto di nobiltà».

Spesso si associa  Morselli all’ebraismo. È corretto?
«No. Guido Morselli era attratto dalle religioni ma era un laico con crisi spirituali ricorrenti».

Nel filmato colpisce questa alternanza continua  tra scene di intimità, dove Morselli svela alcuni aspetti di sé, e scene che rivelano il suo mondo esteriore. Perché si sofferma  sull’immagine del libro “ll rosso e il nero”?

«Morselli voleva fare conoscere qualcosa del suo paesaggio interiore. Amava i libri di Stendhal, Proust e Manzoni. Erano quelli che teneva sul comodino».

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Ci sono scene con altre persone. Chi sono?
«C’è il fattore e sua figlia. C’è l’amico Gritti e Mario, fratello di Morselli. Insieme avevano formato un triumvirato di uomini scapoli. Guido era un grande donnaiolo, o “gonnaiolo”, come lo chiamava la sorella. Era capace di fare la corte alla cassiera del cinema, incurante della fila alle sue spalle».

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Pubblicato il 22 Maggio 2008
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