Pro Patria: è finita

Finisce 1-1 contro il Verona, che pareggia a un minuto dalla salvezza. La squadra dei Tigrotti scivola in C2

La Pro Patria torna nei bassifondi del calcio professionistico italiano: l’aspetta la serie C2. Fatale l’1-1 maturato – manco a dirlo, a un minuto dalla salvezza – nella seconda trasferta consecutiva contro il Verona (avete letto bene), quella odierna allo Speroni, trasformato per l’occasione in succursale del Bentegodi. Sugli spalti, infatti, almeno tre tifosi veronesi per ogni supporter biancoblu, con i popolari trasformati in curva ospiti – una spettacolare macchia di colore gialloblu – e persino la tribuna in larga misura colonizzata dagli ospiti venuti dal profondo Nordest. Feroci le proteste all’ingresso di molti tifosi bustocchi, fatti entrare solo quando la tifoseria della Hellas si era sistemata con agio, biglietti alla mano. Attenti i controlli all’ingresso in cerca di ogni oggetto "da lancio". I temuti incidenti non si sono comunque verificati.

La partita

Ai tigrotti di mister Rossi c’è poco da rimproverare: la buona volontà c’è stata. Bisognava vincere assolutamente dopo l’1-0 incassato al 94′ all’andata, ma mancavano proprio i mezzi. Una squadra dal centrocampo inventato per le forzose assenze dei suoi uomini chiave (i Tramezzani, Dalla Bona, Vecchio…), quasi costituzionalmente incapace di segnare, ha lottato duramente per tutto il match alla pari con un Verona galvanizzato dal pubblico "di casa" (vedi sopra).

Gli ospiti partono subito bene, affrontando una squadra che deve vincere assolutamente aggredendola a centrocampo. Ben presto la Pro Patria esibisce qualità sulle fasce, in particolare con Imburgia autore di pregevoli discese palla al piede, fermate solo con difficoltà – o dall’arbitro con l’ammonizione per simulazione quando cade dopo un contrasto. La prima occasione è gialloblu con il centrale di difesa Sibilano che si tuffa di testa in area mancando di poco un cross. Tre minuti dopo, all’8′, paura per un rimbalzo strano del pallone sul campo viscido di pioviggine: sul rilancio del portiere veronese De Andrade, la palla s’impenna e Anania, uscito al limite dell’area, riesce a malapena a smanacciare in angolo. La partita prosegue vivace, i tacchetti dei tigrotti sembrano fatti apposta per scivolare sull’erba bagnata, come accade in più occasioni.

Al ventesimo minuto la prima tegola del match: si infortuna il bomber biancoblu Guerrino Gasparello, lo sostituisce poco dopo Ardemagni, che pur non demeritando non riuscirà a impensierrire la porta veronese. Dall’altra parte viene presto "blindato" anche Cissé: il giovane attaccante della Guinea non morderà e sarà sostituito. La Pro si sveglia: al 28′ Trezzi da destra si insinua in area, va giù, l’arbitro signor Gallione lo ammonisce per simulazione (e due!) fra i poco affettuosi commenti del pubblico di fede bustocca. Due minuti dopo il veronese Politti rischia l’autorete mettendo in angolo, e al 33′ è un altro difensore gialloblu, Di Bari, a graziare i tigrotti sbagliano un cross per un Cissé solissimo in area.

Al 37′ il gol che fa esplodere i tifosi dei tigrotti e sembra spianare la strada verso la salvezza. Su una palla in profondità si avventa Negrini, che di sinistro fulmina De Andrade – pazzi di gioia, i biancoblu si arrampicano a festeggiare sulla rete del  settore riservato agli ultras. Il Verona sente il colpo e sino a fine tempo non riuscirà a reagire.

Nella ripresa il match è equilibrato. Ovviamente, è il Verona a spingere con la forza della disperazione, ma la Pro non sta a guardare. Dopo due minuti Anania deve ricorrere a un mezzo miracolo su Cissè lanciato solo davanti a lui e provvidenzialmente disturbato da undifensor biancoblu. La partita si fa intensissima, ad ogni azione ci si gioca la stagione, la storia e i futuro di due club dai nomi importanti. Al sesto ci prova Castellazzi da fuori per i tigrotti, ma trova la schiena di Ardemagni; sette minuti dopo è ancora Sibilano, per il Verona, a colpire di testa su corner mandando alto. Cominciano le sostituzioni per gli scaligeri, che rimpiazzano il valido Stamilla con Morante, e in seguito Garzon con Minetti e Cissè con Altinier, giocandosi tutte le cartucce offensive – non c’è alternativa, segnare o perire. Riprende a piovigginare, come nei primi minuti: gli ospiti, trascinati da un pubblico eccezionale, da un tifo assordante, prendono in mano il centrocampo. Al 24′ un rimpallo in area su un rinvio alla meno peggio della difesa tigrotta per poco non finisce in porta. Poco dopo Rossi, dalla tribuna (è squalificato, in panchina c’è De Giorgi) inserisce Rosso per Trezzi, meno brillante che in altre occasioni; poco prima del pareggio veronese metterà Marino per Cigardi.

A dieci minuti da termine due squadre stanche si affrontano: una deve segnare assolutamente, l’altra assolutamente non prendere gol. Si comincia a non trovare più la misura, le buone combinazioni viste nel primo tempo. Prevalgono fretta, confusione, agonismo: Castellazzi a cinque minuti dalla fine sparerà un pallone sopra la copertura dei popolari per interrompere una trama veronese a centrocampo. I tigrotti trovano in Rosso, e in qualche residua sgroppata di Negrini in contropiede, uno sfogo offensivo, ma è poca cosa: di fatto non si vedono tiri in porta.

È al 44′ che il cuore della Busto sportiva è irrimediabilmente colpito. Dopo un’azione tambureggiante e confusa dei veronesi, che include un violento scontro fisico tra un difensore biancoblue un giovatore scaligero, l’usbeco Ilyas Zeytulaev trova infilandosi da destra in area il tiro della disperazione che, rimpallato dalla schiena di un difensore bustocco, scavalca Anania sul primo palo. I giocatori della Pro Patria crollano sul prato, dall’altra parte si rischia l’invasione di campo. In tribuna la minoranza bustocca surgela: sa benissimo che è finita. I corpi dei tigrotti si rialzano da terra e riprendono a correre e calciare, le loro anime restano lì sulle zolle bagnate. Si giocherà ancora a lungo, otto minuti di recupero (assurdi, inutili e beffardi). L’ultimo ansito di agonia della Pro Patria è un tiro di Marino poco a lato, poi è il Verona a rischiare di vincere immeritatamente, ancora con Zeytulaev cui si oppone Anania. Il fischio finale scatena quella che sembrerebbe la festa di una squadra di casa, con tanto di invasione di campo e giocatori lasciati in mutande: invece è quella degli ospiti. La Pro Patria va tristemente a meditare sui suoi errori e le sue eterne sfortune.

Il tabellino

Pro Patria-Hellas Verona 1-1 (1-0)

Pro Patria:
Anania, Nossa, Imburgia, Giani, Citterio (cap.), Pessotto, Negrini, Cigardi (87′ Marino), Gasparello (25′ Ardemagni), Castellazzi, Trezzi (71′ Rosso). A disposizione: Capelletti, Martini, Ceriani, Schiavano
All. Antonello Degiorgi (in panchina), Marco Rossi (in tribuna squalificato).
Hellas Verona: De Andrade, Politti, Di Bari, Garzon (67′ Minetti), Sibilano, Orfei (cap.), Stamilla (61′ Morante), Bellavista, Cissé (76′ Altinier), Corrent, Zeytulaev.
A disposizione: Franzese, Faggionato, Comazzi, Piocelle
All. Davide Pellegrini.
Arbitro: sig. Gallione di Alessandria, coadiuvato dai guardalinee sigg. Toti e Schenone e dal quarto uomo sig. Massa.
Ammoniti: Imburgia, Trezzi, Negrini, Pessotto (PP); Zeytulaev e Bellavista (HV). Angoli: 7-5 per la Pro Patria. Note: terreno leggermente allentato per la pioggia, tutto esaurito sugli spalti.

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Pubblicato il 25 Maggio 2008
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