Cacciava di frodo gli uccelli, arrestato per furto allo stato
E' uno dei primi casi in Italia, si tratta di un 70enne che aveva organizzato un roccolo abusivo con grandi reti nella sua proprietà. Scoperti anche volatili usati per i richiami, dentro gabbiette anguste
Un bracconiere è stato arrestato a Venegono Superiore mentre stava organizzando la cattura indiscriminata di uccelli attraverso caccia di frodo: in altre parole aveva installato nel giardino di una vasta proprietà in via Rimembranze, 5 reti da 10 metri di larghezza per 2 di altezza, e inoltre aveva, non in uso, 4 reti montate su pali e nascoste, e 2 reti già impacchettate.
La gallery del sequestro
PRIMO ARRESTO PER FURTO ALLO STATO
E’ un caso giuridicamente abbastanza raro, perché l’arresto per la caccia di frodo non è frequente. L’uomo ha 70 anni, imprenditore immobiliare, e dovrà comparire mercoledì mattina davanti al giudice del tribunale di Varese, restando detenuto per la notte in una camera di sicurezza dei carabinieri.
In casa, i carabinieri di Castiglione Olona e il servizio interprovinciale tutela animali hanno rinvenuto una gabbia, usata come trappola, 8 sagome di plastica e 3 gabbie con uccelli intrappolati in condizioni che la polizia giudiziaria ha ritenuto configurare il reato di maltrattamenti. I volatili erano vivi ma con le ali piene di tagli; venivano utilizzati per attirare agli uccelli, con i loro richiami.
Il materiale sequestrato
LE SPECIE PROTETTE
Tra le bestiole ritrovate anche 10 tordi sassello, 8 tordi bottaccio, 2 merli, 2 crocieri, 8 lucherini, 8 prispoloni, 1 frosone, 3 fringuelli. Una parte del materiale era in una baracca che risulterebbe, a una prima analisi, abusiva. Il 70enne è stato arrestato con l’accusa di furto aggravato, ricettazione (6 esemplari di uccelli, infatti, 4 torti sassello, un bottaccio e un prispolone, sarebbero stati acquistati al mercato nero). ma anche maltrattamento di animali (perché i 3 volatili nelle gabbie metalliche erano esposti alle intemperie in ambienti angusti che provocavano agli animali lesioni visibili e sanguinanti). Tra le accuse, anche quella di aver violato la legge 157 del 1992, che richiama la convenzione di Berna, per la tutela della fauna selvatica europea: frisoloni, lucherini, e crociere, ma anche altri, sono inclusi in una tabella a rischio.
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