Civati (Pd), la relazione contro questo pgt

L'intervento completo in aula del consigliere di opposizione alla seduta del 17 dicembre

Il Partito Democratico ha sempre sostenuto che il Piano di Governo del Territorio avesse un valore fondamentale per il futuro della nostra città.Non si tratta di un documento amministrativo come gli altri, si tratta invece di un atto che determinerà il futuro di Varese per i prossimi 20 anni.

Per questo ho parlato del PGT come della Carta Costituzionale della città.

Se questo è il valore del piano, è evidente che una prima osservazione di metodo deve essere svolta. Il PGT è nato e cresciuto lontano dalla città e lontano da un’effettiva partecipazione.

Il percorso del piano nasce nel 2006, ormai 7 anni fa. In questo lungo intervallo di tempo era evidentemente possibile un ampio coinvolgimento. Al contrario, l’Amministrazione ha puntato su una partecipazione meramente formalistica: potremmo dire un mero adempimento da espletare. Un paio di incontri pubblici e alcune riunioni con le associazioni di categoria, niente di più.

Altrove si è fatto diversamente: incontri “interattivi” concittadini ed associazioni, tanto in partenza quanto in arrivo del percorso del piano, ove i suggerimenti che venivano da rioni e castellanze andavano concretamente a costruire quel documento di valori condivisi che è il Piano di Governo del Territorio. Certamente un tale cammino avrebbe permesso di affinare il piano e di correggerne le incongruenze.

Si è voluto procedere diversamente. E – badate – non si tratta di una scelta dettata dalla tempistica ma piuttosto di una precisa scelta politica. Costruire il Piano di Governo del Territorio esclusivamente nelle stanze dell’Assessorato per evitare che la partecipazione in qualche modo“contaminasse” il lavoro.

Tuttavia, sono convinto che la politica non deve temere il vero confronto ma deve evitare scelte precostituite o verità intoccabili.
Una politica forte e coesa riesce a proporre la propria visione di città senza temere la contaminazione con altre posizioni.

A tal proposito molto si è detto sulle posizioni assai critiche degli Ordini professionali e delle Associazioni di categoria. Ci si è divisi in squadre: alcuni a favore, altri contro.
Vorrei uscire da questo schema. Credo che la collaborazione con gli operatori – ciascuno nei rispettivi ruoli e responsabilità – sia un principio basilare della buona amministrazione.
Anche su questo il PGT è deficitario.

Esemplificativa è stata l’assenza dell’Amministrazione Comunale alle interessantissime conferenze organizzate dall’Ordine degli Architetti negli ultimi due anni presso Villa Panza. Incontri in cui Architetti ed Urbanisti da tutto il mondo hanno presentato proposte innovative.
Proposte che certamente sarebbero state utili agli amministratori varesini.

Ma ancora: che fine hanno fatto i progetti elaborati dall’Accademia di Mendrisio per la città di Varese? Probabilmente in un sottoscala: questo è un vero peccato.

Con riferimento al processo di partecipazione non si può poi tacere del lavoro che la Commissione Urbanistica e il Consiglio hanno svolto in questi anni. Un lavoro che ha impiegato la commissione in 55 sedute dall’inizio del mandato, di cui 18 sedute solamente nell’ultimo mese.

A tal riguardo bisogna dare atto al Presidente Matteo Giampaolo della sua gestione equilibrata. Tuttavia, non si può al contempo trascurare che i documenti più importanti, Piano delle Regole e Piano dei Servizi, sono stati consegnati alla commissione solamente il 1 ottobre in una versione “prendere o lasciare” che non rispecchia il valore appunto costituzionale del PGT.

La commissione ha dovuto lavorare a tappe forzate, spesso senza avere la possibilità di studiare ed approfondire i documenti.

Tanto è vero che le proposte e le richieste più di sostanza emerse in commissione sono state in ultima istanza ignorate.

Del resto non poteva essere fatto diversamente: sarebbe stato necessario ulteriore tempo per modificare il Piano. Tempo che volutamente non è stato concesso ai gruppi consiliari.

Anche questa è stata una scelta politica precisa: portare il PGT a ridosso della scadenza di legge per impedirne la condivisione nella città e tra e forze politiche.

In definitiva,nonostante il valore fondante per la città, il Piano di Governo del Territorio risulta essere un documento autoreferenziale, elaborato da pochi e impermeabile a qualsiasi influenza esterna.

Il Partito Democratico avrebbe agito diversamente. E agiràdiversamente quando questo piano dovrà necessariamente essere modificato.

Alla luce del valore del PGT, il nostro gruppo ha sempre affrontatola discussione in maniera aperta e non pregiudiziale. Abbiamo partecipato in modo propositivo alla Commissione sempre formulando proposte migliorative. Spero che di questo ci sia dato atto.

Anche nella discussione consiliare che ci apprestiamo ad iniziare,il PD agirà coerentemente cercando di migliorare un piano che non ci rispecchia politicamente: le decine di emendamenti, lungi dall’essere un atto ostruzionistico, rappresentano piuttosto il tentativo di modificare in meglio il piano.

Per questo spero che la discussione non sia burocratica o formalistica e che gli emendamenti proposti vengano valutati e votati in maniera consapevole da parte del Consiglio.

* * *

Fatta questa necessaria premessa di metodo, in cui però il metodo è sostanza, svolgo alcune considerazioni sul contenuto programmatico del piano.

PEREQUAZIONE INGIUSTA

L’impianto del PGT si fonda sul concetto di perequazione. Un principio sulla carta dotato di grande potenzialità. Gli effetti dipendono però dalle modalità della sua applicazione.

Il combinato disposto tra la perequazione e le aree edificabili determina un quadro in cui i piccoli interventi delle famiglie, frutto di annidi sacrifici finalizzati alla costruzione dell’abitazione familiare, vengono de facto resi molto più onerosi. Al contrario, i grandi interventi nelle Aree di Completamento e Aree di Trasformazione vengono privilegiati.

Per sintetizzare in una frase il meccanismo perequativo: penalizzazione delle famiglie, aiuto agli interventi di grandi imprese.

È quindi evidente che,se l’equità deve essere l’obiettivo della perequazione, la versione varesina manca il bersaglio.

Non mancheranno poi le ricadute negative sul tessuto produttivo degli artigiani, dei piccoli studi di progettazione e delle microaziende di costruzione.

UN FINTO AZZERAMENTODEL CONSUMO DI SUOLO

Inoltre, uno dei sottotitoli al PGT è l’azzeramento del consumo di suolo.
È un’affermazione che non trova riscontro, purtroppo, nei documenti.In realtà questo PGT intacca molte aree verdi, concentrate soprattutto nelle Aree di Completamento.
Queste aree libere, spesso diffuse all’interno dei Tessuti Urbani Consolidati, costituiscono un vero elemento caratteristico della nostra città che alterna zone abitate ad aree verdi.
Si tratta di un carattere essenziale per la vivibilità di Varese, un elemento da preservare.

Non possiamo, così come viene fatto, trasformare Varese in una realtà urbana uniforme.

DIFESA DEI LUOGHI SIMBOLO

Altro elemento critico è costituito dagli interventi in luoghi “simbolo”della città. Il PD da sempre è schierato in difesa di questi spazi che appartengono alla storia e alla cultura della nostra città.

Questo piano li minaccia mettendo a rischio spazi come il Palace Hotel, Villa Ponti, Villa Augusta e la Prima Cappella.

Non credo che la modernità sia il superamento dell’identità. Questi luoghi appartengono a tuttala cittadinanza e come tali devono essere protetti.

INFRASTRUTTURE INUTILIE COSTOSE

Il piano prevede alcuni rilevanti interventi infrastrutturali, in primis la realizzazione di un tracciato che da Via Gasparotto raggiunga Viale Belforte e del prolungamento d iViale Europa fino a Via Giordani.

Riteniamo che queste opere, nella migliore delle ipotesi, non risolveranno i problemi di viabilitàdella città. Nella peggiore distrarranno ingenti risorse, intaccando aree verdi.

Al contrario proponiamo che per risolvere i problemi di accesso apoli strategici quali l’Università, l’Ospedale e la sede di BTicino, si potenzi il tracciato di Via Piana di Luco prevedendo un innesto con la bretella autostradale e con via Gasparotto.
Si tratta di un’opera fattibile e poco impattante da un punto di vista ambientale.

MANCANO SOLUZIONI PER INCENTIVARE RIUSO E QUALITÀ

Varese si caratterizza per un enorme quantità di patrimonio edilizio inutilizzato. Si tratta di immobili datati che non riescono a trovare collocazione nel mercato della vendita e dell’affitto.
Così, ampie aree della città, concentrate soprattutto nel centro cittadino sono state soggette a degrado e ad una sorta di periferizzazione.
Ed ecco che dobbiamo constatare che la città negli anni è divenuta più brutta.

In questo senso mancano nel PGT previsioni che incentivino la ristrutturazione con meccanismi premiali.

Inoltre, mancano proposte di modernità quali l’incentivazione dei concorsi di progettazione. Una delle proposte su cui da sempre investono gli Ordini professionali. Altro che speculazione.

ASSENZA DI CORAGGIO NELLA CITTÀ PUBBLICA

Il PGT nella costruzione della città pubblica delineata nel Piano dei Servizi si limita a prendere atto dell’esistente senza proporre soluzioni nuove.
Manca ad esempio una proposta compiuta sul ruolo dell’Università nella città.
Così il Piano dei Servizi nel suo insieme semplicemente recepisce le scelte del passato.

Peraltro il finanziamento delle opere viene affidato a risorse ricavate dalla perequazione.

A riguardo non si può non notare che l’atavica mancanza di servizi della città sia legata anche a tante scelte sbagliate del passato. Risorse sprecate in investimenti fallimentari. Si pensi al Trambus, alla funicolare e ad altre opere inutili di cui oggi, in epoca di ristrettezze, subiamo le conseguenze.

La città rimane poi in attesa dei maxi interventi di Piazza Repubblica e dell’Unificazione delle Stazioni.
Progetti al momento irrealizzabili che spesso sembrano svolgere il ruolo di “specchietti per le allodole”.
La stessa Giunta infatti ha smesso di investire in tali interventi.

Meglio allora sarebbe pensare soluzioni più fattibili e realistiche per l’area delle stazioni e per dare – finalmente – alla città un’adeguata struttura teatrale.

* * *

Difficile, quasi impossibile, sintetizzare un lavoro tanto complesso in dieci minuti.
In conclusione, il Partito Democratico ritiene che questo PGT sia estremamente deludente nel metodo e nel merito.

Le potenzialità della città ancora una volta resteranno inascoltate e purtroppo Varese continuerà il percorso discendente intrapreso in questi 20 anni.

Abbiamo provato con emendamenti fondati e puntuali a migliorare un piano non nostro. Questo per rispettare i cittadini che dovranno subirne gli effetti.
Fin da oggi, però, ci impegniamo a rivedere questo documento all’indomani delle prossime elezioni amministrative.

Modifiche che coniugheranno modernità e rispetto dell’ambiente.Modifiche che valorizzeranno le capacità della città premiandone con soluzioni fattibili la vitalità e la voglia di cambiamento.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Dicembre 2013
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