Colletta Alimentare: una giornata contro le povertà
Presentata anche in città la 16a edizione della giornata nazionale (sabato 24 novembre) di raccolta cibo per le persone in difficoltà. Quasi ottanta i supermercati interessati nel nord del Varesotto
L’ultimo sabato di novembre, da ormai sedici anni, non è un giorno normale. È la giornata dedicata alla Colletta Alimentare, la più grande raccolta di cibo a scopo benefico del nostro Paese, coordinata a livello centrale dalla Fondazione Banco Alimentare di Milano ed effettuata sul territorio dalle associazioni impegnate a combattere la fame e il disagio di un numero, purtroppo sempre crescente, di cittadini. Anche il nostro territorio si prepara: nella sola zona Nord della provincia, quella che fa capo al Banco Nonsolopane di via Monte Santo a Varese, saranno quasi ottanta i punti vendita della grande distribuzione che hanno dato il proprio assenso a ospitare la Colletta. Oltre ottocento i volontari che hanno invece assicurato la presenza cui vanno aggiunte centinaia di Alpini, da sempre attivi accanto all’iniziativa del Banco Alimentare.
La formula è quella di sempre: chi si recherà a fare la spesa nella giornata di sabato 24 novembre troverà all’ingresso dei supermercati i volontari – contraddistinti da una pettorina – che distribuiranno sacchetti e depliant informativi. Saranno sempre alcuni di loro a ritirare i prodotti che la gente vorrà acquistare e a stoccarli in appositi scatoloni di cartone che verranno chiusi, pesati e consegnati ai punti di stoccaggio. I volontari non possono invece ricevere offerte in denaro. I cibi da donare dovranno essere non deperibili: tra quelli consigliati ci sono pasta, riso, omogeneizzati, tonno e carne in scatola, legumi in scatola, sughi e pomodori pelati, condimenti a partire dall’olio, uno degli alimenti di cui più spesso c’è bisogno.
«Lo scorso anno – spiega il presidente di Nonsolopane Andrea Benzoni (secondo da sinistra nella foto) – nella nostra zona sono state raccolte 116 tonnellate di cibo che abbiamo raccolto e redistribuito alle associazioni di assistenza sparse sul territorio». Con la crisi in corso non è scontato che questo dato venga confermato: finora la Colletta ha sempre fatto segnare una crescita nella quantità di cibo raccolta, dato che ricalca l’andamento nazionale dove solo in un’occasione (2009) è avvenuta una leggera flessione. Il dato italiano dello scorso anno si è assestato a quota 9.600 tonnellate: tante, ma in grado di coprire solo una parte del fabbisogno delle diverse sezioni del Banco Alimentare.
«Mai come quest’anno l’attesa per la Colletta è alta – prosegue Benzoni – Da una parte perché c’è voglia di riscoprire il valore di un gesto positivo, uno di quelli che lascia contento chi lo fa e che oggi non è così scontato. Dall’altra parte naturalmente c’è la speranza per una raccolta sostanziosa perché purtroppo c’è grande bisogno. Appena pochi giorni fa sono passato in via Luini: la coda delle persone che chiedono un aiuto per la cena arriva fino in strada: solo un esempio delle necessità che hanno le associazioni impegnate con i poveri».
La fame, l’indigenza, i problemi legati alla spesa quotidiana non sono problematiche che colpiscono solo fascie sociali ben precise. «Si va dalle famiglie italiane in cui i genitori hanno perso lavoro agli operai immigrati regolari alle prese con l’ondata di disoccupazione. Ma anche ad anziani e a persone con una posizione che pare solida e che invece non riescono a far fronte a mutui e spese: basti pensare a chi ha divorzi alle spalle con forti somme da versare» è il quadro tracciato da Benzoni, la cui associazione nel solo 2012 ha già raggiunto oltre 2.500 persone bisognose.
Alla presentazione varesina dell’iniziativa hanno preso parte anche i rappresentanti delle associazioni che da sempre collaborano alla manifestazione. Gli Alpini sono intervenuti con Giovanni Bertolasi, l’Opera San Vincenzo con Dina Castelli e Anna Fusi. Con loro anche i due assessori alla partita di Provincia e Comune, Christian Campiotti ed Enrico Angelini: anche da parte delle istituzioni non manca la preoccupazione per le condizioni di una fetta di popolazione che va allargandosi. «In quest’ultimo periodo dobbiamo fare i conti con preoccupazioni simili addirittura al dopoguerra – ha sottolineato Angelini – e cioé la necessità di avere pane, casa e lavoro. Elementi spesso correlati tra loro che in una città come la nostra sembravano un po’ dimenticati, tranne qualche caso, e che invece sono tornati d’attualità».
LEGGI ANCHE – I punti vendita interessati nel Nord della provincia
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