ConfiscatiBene, il giornalismo dei dati al servizio dell’antimafia
Un sito che contiene una mappa aggiornata al 2013 con tutti i beni confiscati alle mafie oltre a inchieste e approfondimenti su come vengono usati. Lo ha raccontato Andrea Nelson Mauro, uno degli ideatori
Si chiama www.confiscatibene.it ed è il primo progetto partecipativo in Italia per favorire la trasparenza, il riuso e la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, attraverso la raccolta, l’analisi dei dati e il monitoraggio dei beni stessi. Nasce dall’idea di Andrea Nelson Mauro, Alessio Cimarelli di Dataninja, e un gruppo di lavoro in un contesto di attivismo opendata. E’ stato presentato all’interno dei workshop del festival GlocalNews proprio da Andrea Nelson Mauro nella mattinata di sabato.
USA LA MAPPA PER VEDERE QUALI E DOVE SONO I BENI CONFISCATI
Andrea Nelson Mauro ha raccontato come sono stati raccolti i dati scaricandoli dal sito dell’agenzia dei beni confiscati e poi mappati attraverso un’applicazione appositamente realizzata da DataNinja. L’obiettivo è quello di rendere usabili questi dati. Partendo dal fatto che ora tutti possono sapere quali e quanti sono, dove sono e che uso se ne fa Nelson ha anche spiegato come è possibile usare questa mole di dati per realizzare inchieste giornalistiche e approfondomenti di vario tipo: «Il giornalismo non è solo l’articolo o il servizio giornalistico ma anche la raccolta e l’elaborazione dei cosiddetti big data – ha spiegato – con 13 mila beni immobili confiscati (dati aggioranti al 2013) si può fare molto.Sono divisi per regione e per citta ma anche per tipologia». Nelson ha anche spiegato come sia possibile realizzare mappe simili con tools gratuiti on line come Datawrapper o Cartodb.com
Confiscatibene non è solo una mappa ma un esempio pratico di come si possa, partendo da una massa critica di dati, approfondire. C’è un blog con una serie di contributi tra giornalisti, attivisti e cittadini che segnalano e approfondiscono oppure è possibile trovare anche numerose relazioni sui beni confiscati. Fa pensare il fatto che l’Europa abbia dato 6,2 milioni di euro all’Italia e in particolare all’agenzia che gestisce i beni confiscati, per creare una piattaforma opendata come Confiscatibene ma non li ha mai usati per quell’obiettivo.
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