Cos’è l’Arcisate Stabio?

Il progetto della nuova ferrovia che ha preso il nome “Arcisate-Stabio” in realtà interessa una parte molto più cospicua di territorio e non solo perché gli scavi partono da Induno Olona

Il progetto della nuova ferrovia che ha preso il nome “Arcisate-Stabio” in realtà interessa una parte molto più cospicua di territorio, e non solo perché gli scavi partono da Induno Olona che è ben prima di Arcisate.
A vederla nel complesso l’opera fornirà il collegamento tra l’Italia e la Svizzera e, interpretandola in chiave Expo, tra l’aeroporto di Malpensa e il cuore della comunità elvetica.
Il nuovo collegamento ferroviario, i cui lavori materiali sono cominciati effettivamente con l’inaugurazione del 24 luglio del 2009, serviva a collegare Varese con il Canton Ticino e con Como (attraverso l’interscambio di Mendrisio), istituire relazioni fra l’aeroporto di Milano Malpensa e le città della Svizzera centrale e meridionale e infine collegherà le direttrici del Sempione (Losanna, Ginevra e Berna) e del Gottardo (Bellinzona e Lugano), grazie all’interscambio ferroviario di Gallarate. 


Il progetto del nuovo collegamento Arcisate – Stabio (oltre 8 chilometri) prevede il raddoppio (4,6 km), fra Induno Olona e Arcisate, della linea esistente Varese – Porto Ceresio e la realizzazione di una nuova linea a doppio binario (3,6 km) fino al confine di Stato.
In territorio italiano l’intervento di raddoppio si sviluppa dal ponte sul fiume Olona (escluso), a Nord di Varese, al confine di Stato italo-svizzero.


Il tracciato ferroviario attraversa i centri urbani di Induno Olona e Arcisate, il contesto rurale della valle del torrente Bevera e terminerà nella piana di Gaggiolo, nel territorio del comune di Cantello. Qui sarà realizzata la connessione con la linea Stabio – Mendrisio che è in fase di completamento.

La conclusione dei lavori era prevista per 2013 ma attualmente i lavori sono fermi e il cantiere immobile. È sempre più difficile ipotizzarne la conclusione entro il 2015 quando ci sarà l’Expo, evento che in parte ha giustificato l’inizio dei lavori.
L’investimento complessivo – approvato dal CIPE il 31 gennaio 2008 – era di circa 220 milioni di euro. Ma successivi problemi, emersi in seguito al ritrovamento di una quantità di arsenico naturale nei terreni superiore a quanto previsto, aveva alzato di molto il preventivo. I problemi di stoccaggio delle terre e il rimpalli di responsabilità tra le aziende hanno poi bloccato tutto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Settembre 2013
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