“Ecco perché vogliamo chiamarci Valdimezzo”

Tre consiglieri comunali del paese interpellano gli storici locali per trovare il nome del nuovo comune della Valcuvia

mesenzanaChe nome dare al nuovo comune frutto di accorpamento voluto dalla legge? Chiedilo alla storia. E così è stato: l’ex sindaco di Mesenzana Alberto Rossi, oggi consigliere comunale di un neonato gruppo consiliare assieme ad altri due eletti dell’assemblea cittadina ha interpellato alcuni storici locali per decidere quale nome dare al nuovo comune che sarà frutto della fusione fra Cassano Valcuvia, Ferrera di Varese, Grantola, Masciago Primo, Mesenzana
Alberto Rossi, Federico Vidali e Orazio Zuretti, promotori del nuovo gruppo consigliare "Mesenzana Vuole Risorgere" hanno interpellato alcuni storici locali «a riguardo di un possibile nome che accomuni i paesi promotori della fusione, ma tutti non hanno trovato niente di storico che assimili queste due porzioni della Valtravaglia e della Valcuvia».
«Per quanto riguarda Mesenzana – spiegano i tre consiglieri – da documenti del 1500 si evince che con Cassano Valcuvia esistevano dei conflitti per l’uso dei boschi e dei pascoli e con Grantola addirittura degli scontri di popolo con morti che portò poi nel 1574 alla scissione di quella parte di Mesenzana denominata Curzot che era sotto la giurisdizione di Grantola per unirsi alla parte alta di Mesenzana denominata Curzora formando così la prima Parrocchia di Mesenzana con il nome di: Parrocchia autonoma di Massenzana».
«Documenti Arcivescovili della Pieve di Travalia del 1283 parlano di “Massenzana cum Farrera, ma senz’altro non è Ferrera di Varese ma una piccola frazione di Mesenzana – spiegano in tre consiglieri – . Pertanto questi documenti ritrovati parlano di scontri, ma mai di unione, allora, a noi è sembrato opportuno trovare un nome che storicamente possa avere un origine; pertanto vorremmo farle leggere questo documento su dei trascorsi delle Valli Luinesi e poi formulare la nostra Proposta. Luino, con la Valtravaglia inferiore, era passato ai Lonati prima del 1524, essendo stato dato, qual pegno di dote, da Galeazzo Rusca a sua figlia Laura, maritata a Paolo Lonato. Il loro figlio, cav. Pietro Antonio Lonato, possedette questo feudo fino al 1598. L’ultimo feudatario di Rusca fu ucciso a tradimento a Gorgonzola, nei primi del 1570 e da allora tornarono alla regia ducal camera tutti i feudi, ad eccezione di quella parte impegnata ai Lonati, come Istrumento di fedeltà, datato 23 dicembre 1570, a rogito Silvestro Scappa».
«I feudi tornati alla camera furono donati poi dal re di Spagna a Sic (?) Marliani col titolo di conte, mediante diploma del 2 dicembre 1589. La donazione fu riconosciuta dal Senato di Milano il 15 gennaio 1584, vale a dire:
1º – la Valle Intelai (Val d’Intelvi).
2º – la Valle Veddasca, che comprendeva: Brigno, Lozzo, Armio, Graglio Cadero, Garabiolo, Campagnano e Musignano.
3° – la Valle di Consiglio Maggiore, contenente: Monte, Curiglia, Cossano, Agra, Runo, Colmegna e Dumenza.
4º – la Valle Marchirolo, cioè: Ardena, Lavena, Viconago, Marchirolo, Cugliate, Fabiasco e Cunardo.
5º – la Valle di mezzo, cioè: Tronzano, Pino, Bassano, Maccagno di Sopra, Germignaga, Voldomino, Bivione Montegrino, Bosco e Grantola».
«Secondo noi – concludono i consiglieri – il nome Valle di Mezzo calza a pennello come allora per accomunare paesi che non hanno mai avuto una linea comune, inoltre “stare nel Mezzo” è segno di stare al posto giusto come dicevano anche i Latini con il loro “ in medio virtus stat”.
Anche sotto l’aspetto “Romantico” il nome “Mezzo” ci porta alle saghe Tolkieniane dove proprio Tolkien coniò il motto: “Chi non ha radici non può avere futuro”.
Pertanto il nome che noi proponiamo è : Comune Valdimezzo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Agosto 2013
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