“Forse una svista, ma quell’atto non ci risultava”

Come può svanire nel nulla la registrazione di un documento dell'anagrafe? Parla il responsabile del settore affari generali del municipio

Storia di una firma fantasma. E’ in comune che sono state fatte le indagini sull’atto di matrimonio della coppia che ha presentato un esposto perché non era stata annotata correttamente la costituzione di un fondo patrimoniale. Il risultato? La vicenda è, carte alla mano, inspiegabile.

«Abbiamo cercato di capire che cosa sia accaduto – afferma Riccardo De Ambroggi, responsabile del settore affari generali del comune di Cittiglio – ma non abbiamo trovato una risposta. Può esserci stato un disguido e ci dispiace. Trattiamo ogni anno 350 atti di nascita , altrettanti di morte e 50 matrimonio, ne compiliamo fino a 600 all’anno e chissà che sia sfuggito qualcosa. Ma a guardare le carte, in realtà, non abbiamo trovato nulla di anomalo».
E’ stata una dimenticanza?
«Non sappiamo di preciso. La raccomandata del notaio che ci indicava la costituzione del fondo patrimoniale da parte dei due coniugi in comune non è stata mai protocollata. Lo abbiamo spiegato anche alla guardia di finanza. Si tratta di atti che in genere arrivano con la ricevuta di ritorno e, ripeto, non c’era nulla. L’indicazione che era stato costituito il fondo ci arrivò successivamente. E’ per questo che le carte hanno delle incongruenze. E’ un problema temporale, ma tutto venne fatto in buona fede. Quando siamo venuti a conoscenza di quell’atto l’abbiamo trascritto nei registri. Il cittadino ha fatto la denuncia e la guardia di finanza accerterà. Se è successo qualcosa tuttavia non è stato per volontà di un dipendente, nessuno avrebbe avuto un beneficio a non segnare nel registro quella firma».

Fin qui il comune. Il notaio ha invece confermato alla coppia di aver inviato l’atto in comune nei tempi giusti.

L’ATTO IMPAZZITO, TUTTI I PASSAGGI
L’atto notarile di costituzione del fondo patrimoniale è del 2006. Nel 2008 la Banca Popolare di Bergamo fa eseguire l’esecuzione immobiliare. Inizia la causa civile.
Primo certificato: il 19 novembre del 2009 l’uomo va in comune a Cittiglio a prelevare l’estratto dell’atto di matrimonio, che però è incompleto (e addirittura i coniugi risulterebbero sposati in altro comune, ossia in Milano). Il giudice richiede un’integrazione con l’esatta indicazione della data di annotazione (quella che fa fede in questo caso). Secondo tentativo: il 15 gennaio del 2010 i coniugi ottengono un secondo estratto, questa volta completo. Ma la banca, ovvero la controparte nella causa civile, avendo in mano un certificato per riassunto diverso da quelli prodotti dai coniugi, si appella al giudice. Tutto da rifare. Terzo tentativo: il 26 maggio del 2010 è la banca ad ottenere un estratto che sembra darle ragione. C’è anche una lettera del sindaco che spiega il disguido e afferma: si tratta di semplici "errori materiali".
I coniugi però non ci stanno, e chiedono che il giudice ordini l’esibizione in giudizio di copia conforme dell’atto integrale di matrimonio (tutti gli altri erano degli estratti). L’avvocato si
impunta: la banca produce in giudizio la copia integrale dell’atto di matrimonio. Il quarto documento, ovvero l’atto integrale di matrimonio, è un po’ confuso, ed è interpretabile in varie maniere.
Secondo i coniugi ha delle righe aggiunte che, il loro perito di parte, giudica scritto in momenti diversi con «anomalie e inserimenti di frasi». Le controparti avranno ovviamente un’altra opinione, ma possibile che sia scritto così male? Il tribunale di Busto ci va cauto e si pronuncerà il 16 gennaio, quando potrebbe esserci l’ultima udienza della causa civile che riguarda l’efficacia o meno del pignoramento. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Gennaio 2013
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