Fred e Pepino, i boss che ammazzarono “Coccodrillo”
Importavano dalla Puglia marijuana e cocaina, ecco chi sono i protagonisti del clan albanese arrestato dalla guardia di finanza di Varese. Spacciavano nell'hinterland milanese e fino al saronnese
Non scherzano, Fred e Pepino, i due albanesi arrestati dalla Guardia di finanza di Varese per uno smercio di marijuana, cocaina, ed eroina all’ingrosso nell’hinterland milanese (e a Saronno). Soprattutto Alfred Kurtulaj, 28 anni di Sesto san Giovanni, è un tipo da cui stare davvero in guardia. Imponente e cattivo, molto cattivo. Così lo descrivono gli uomini della Gdf di Varese che, per mesi, lo hanno seguito nella sua roccaforte di Sesto ma anche a Rozzano, dove si è conquistato una porzione di territorio. Fred, come lo chiamano nel giro, fa parte di un clan albanese di Valona che utilizza come porti di attracco della droga luoghi selvaggi della costa pugliese, nei dintorni di Otranto e Porto Cetraro.
(nella foto, un sequestro di piante di marijuana della guardia di finanza di Varese)
I finanzieri di Varese conoscevano bene quelle zone, perché in una precedente operazione bloccarono un furgone con una montagna di droga tra le sterpaglie pugliesi, e riuscirono a monitorare come funziona, grossomodo, la carovana della marijuana: gommone, borsa sportiva idrorepellente per permettere il lancio del materiale sulla spiaggia e la sua conservazione in caso di caduta in acqua, sacchi di iuta per proteggere ancora di più la droga. I viaggi in auto erano effettuati con cambi continui di vettura, staffette, decine di fiancheggiatori. Infine, le tappe obbligate: Roma capitale, dove metà del carico viene smerciato, Prato, dove in magazzino occulto si passa alla vendita diretta, e la Lombardia, la meta finale.
Il boss Kurtulaj è uno che si è fatto un nome a nord di Milano, dove tutti lo temono. Lo guarda con rispetto anche il marocchino El Mehid Chajar, detto Milo, a cui un giorno un altro del giro, il calabrese Pietro Mannisi di 62 anni, chiede di mettersi in affari per vendere sottobanco una partita di cocaina da 40mila euro, un chilo, comprata ad Alessandria. Milo però ha paura di Fred l’albanese, e gli racconta tutto. Kurtulaj lo fa ammazzare il 23 febbraio scorso, a Milano, in via Caduti di Marcinelle, dove il Mannisi soprannominato nell’ambiente “Il Coccodrillo” viene prima bloccato con un colpo al parabrezza dell’auto, e poi viene finito con due colpi alla fronte. I carabinieri di Milano scoprono tutto e arrestano 9 persone tra cui anche Alfred Kurtulaj e il suo braccio destro, Besar Bercaj, 30enne di Arluno (detto Besi, o Pepino). Il punto è che Milo il marocchino è tipo da 100 clienti al giorno, d’accordo, ma ha soggezione di Fred Kurtulaj l’albanese, e della sua forza sul mercato.
La roba sequestrata agli albanesi durante l’operazione “Patrasso”, guidata dalla procura di Milano ed eseguita dalla Guardia di finanza di Varese è tanta, ma chissà quanta ce n’è ancora in giro (46 chili di cocaina, 5 di eroina, 189 di marijuana). Interessante è la figura di un altro degli arrestati, Bruno Ferraro, 34 anni, un calabrese di Locri che sembra il luogotenente, o comunque un importante basista di Kurtulaj. E’ proprio una consegna che Ferraro deve fare in un box nella disponibilità di Besar Bercaj (detto Besi o Pepino), che viene intercettata ad Arluno (Milano) nel dicembre del 2013 dalla Guardia di finanza, che sequestra 31 chili di marijuana occultati in una Bmw. Gli altri arrestati sono Florjan Canaj 32 anni di Milano, Eridin Dushaj 28 anni di Milano, Franco Di Maio 31 anni di Sesto San Giovanni.
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