Il ’77 dalla comune di Piero al Punk dei Krisma

Quell'anno difficile a Varese lo sintetizziamo così. Tra gli ultimi respiri degli hippies e le spinte avanguardiste della musica. In mezzo il terrorismo rosso e nero

Mentre a Piero, paesino semi-abbandonato vicino Curiglia, si instaura una comunità di persone venute da tutta la provincia, da Milano e oltre per fare una nuova esperienza di vita più vicina alla natura, Maurizio Arceri, voce e leader dei Krisma, si taglia un dito sul palco durante un concerto memorabile a Reggiolo scatenando l’ira di stampa, prefetti e degli autonomi.

I due episodi non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro ma sono entrambi figli del ’77 ed entrambi hanno la provincia di Varese a fare da luogo contenitore. Dieci anni dopo, infatti, Maurizio Arceri si stabilirà con sua moglie Cristina nel Luinese da dove produrrà diversi programmi Rai tra i quali Fuori Orario, Blob, Sat Sat e alcuni Mediaset con la Gialappa’s (chi può dimenticare Mai dire banzai). Ma andiamo con ordine a parlare di un anno di svolta che di ordine ne ha avuto ben poco al suo interno.

IL RITORNO ALLA NATURA. La voglia di natura di Desiderio e Isabella Carraro apre l’esperienza di vita comunitaria di Piero. Proprio in quell’anno, infatti, spinti da un desiderio fortissimo di abbandonare le rispettive vite lavorative tra Varese e Turbigo, prendono un anno di aspettativa che poi si tramuterà in un licenziamento, per andare a stabilirsi tra stalle fatiscenti e abbandonate e case diroccate in pietra. Questa era Piero in quegli anni, spopolata da agricoltori e allevatori che avevano preso altre strade. Un paese fantasma che rinacque sotto le cure di Isabella, Desiderio, don Angelo, Bepi, Ambrogio Casiraghi e molta altra gente attirata da un esperimento che, come confermano Isabella e Desiderio «aveva poco di politico e molto di natura». «Incrociammo quasi per caso questo parroco ticinese che stava tentando di riportare l’allevamento delle capre a Piero e lo seguimmo – spiega Isabella – prendemmo possesso di quei ruderi, li mettemmo a posto, facemmo rinascere un paesino dimenticato da tutti con la forza delle nostre mani e delle nostre idee». Così iniziò quell’esperienza di distacco da una vita che ormai si affacciava all’era elettronica e che sempre meno permetteva di vivere in modo diverso da quello che era, ed è, il ritmo infernale del progresso a tutti i costi. «Vennero in molti a stabilirsi qui, cercavamo solo pace e uno stile di vita legato strettamente ai cicli della natura, Piero era perfetto per questi intenti – continua Isabella – poi la voce si sparse, qualche articolo di giornale e i vecchi proprietari o gli eredi si fecero vivi. Concordammo un affitto simbolico e loro erano contenti perchè avevamo rimesso in sesto case ormai distrutte». I Carabinieri però non la pensavano così, erano anni difficili e non per niente chiamati "di piombo": chiunque cercasse di evadere al controllo poteva essere pericoloso e così anche a Piero spesso l’Arma andava a far visita. «Cercarono anche di farci sloggiare – dice Isabella Carraro – ma resistemmo fino al 1987».

IL PUNK. Sempre nel ’77, appunto, Maurizio Arceri, già leader dei New Dada nell’era beat dei ’60, faceva scandalo con i Krisma (foto a destra) che poi non è che la crasi tra le due anime del gruppo nonchè marito e moglie, Maurizio e Cristina. Portarono la prima ondata del punk in Italia ed erano bersaglio degli autonomi di sinistra solo in quanto vestivano di nero. Il punk non era ancora esploso come fenomeno musicale legato all’anarchia e quindi non era compreso da tutti: «Erano anni difficili di continua trasformazione – spiega Maurizio Arceri dalla sua casa nelle Valli del Luinese – allora eravamo i primi a fare determinate cose e quindi sapevamo di avere molti contro. A Reggiolo, nel famoso concerto del "finger job" (taglio del dito, ndr), avevamo davanti quasi cinque mila persone e un cordone di carabinieri a difesa del palco. Vennero centinaia di autonomi che ci volevano morti, credo. Ad un certo punto se ne andarono le forze dell’ordine e successe il putiferio». Perchè la scelta di tagliarsi il dito, allora?«Fui preso da un momento di follia – spiega Maurizio ammettendo che per lui questa cosa è stata un tabù per tanti anni – mi tagliai il dito, finii il concerto e andai in ospedale dove me lo ricucirono». Dopo quell’esperienza vennero cancellate 40 date della tourneè e i Krisma lasciarono l’Italia per Londra dove furono alla base del movimento della musica elettronica. Da veri pionieri del genere si lanciarono in progetti di avanguardia e girarono anche gli States. Sull’onda del successo di «Many kisses» tornarono in Italia nell’ottantuno.

Questo era una parte del ’77 che scorreva come un fiume impetuoso in Italia portandosi via i movimenti e aprendo la strada al terrorismo nero e delle Brigate Rosse. Pochi mesi dopo, nel marzo del ’78, Aldo Moro venne rapito e ucciso dalle Br.

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Pubblicato il 06 Giugno 2007
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