Il giornalismo e gli open data: la verità tra i numeri

Come tradurre numeri in notizie: qualche consiglio su dove cercare i dati per fare informazione nel workshop con Andrea Nelson Mauro e Daniele Crespi

glocal data fotoChi guadagna di più fra gli amministratori delle società partecipate della Regione Lombardia? Quali sono i contributi pi alti erogati a persone fisiche dal governo del Pirellone? Sono solo alcune delle domande, a titolo di esempio, che i relatori del workshop “Open data e data journalism: districarsi tra bilanci comunali e documenti iperlocal” nell’ambito di #glocal13.
L’argomento è stato introdotto da Andrea Nelson Mauro che ha fondato da qualche anno dataninja.it, che è diventato il suo lavoro, dopo un’esperienza professionale come giornalista.
“Open data è tutto, tutto ciò che esiste e viene misurato”, ha spiegato Nelson Mauro, e grazie a questi dati, che per legge le pubbliche amministrazioni devono rendere pubblici, il giornalista diviene cane da guardia del potere e fornisce un vero servizio ai cittadini.
Ma dove si trovano i dati per fare buon giornalismo d’inchiesta? L’altro relatore del workshop, Daniele Crespi spiega la sua esperienza a Lombardia Informatica, la società che per la Regione ha creato il portale dedicato all’Open Data della Lombardia. «In 20 mesi abbiamo totalizzato 100.000 download. Oggi si pubblicano gli stipendi dei consiglieri, i consumi energetici, gli elenchi della protezione civile: tutti racchiusi in cataloghi o categorie, che racchiudono il cuore dei dati del settore che interessa all’utente».
Un termine importante per l’utilizzo dei dati è il “metadato”: si tratta della descrizione del dato presente negli elenchi, che vengono aggiornati in tempo reale: di tutti i dati prodotti si può fare ciò che si vuole, qualunque utilizzo è ammesso, anche per fini commerciali, purché venga citata la fonte. Nei dati disponibili in questi elenchi è presente anche la causale, per esempio, di un pagamento o di una spesa che l’ente eroga.
«I dati spesso sono presenti negli open data e riguardano anche comuni che pur non avendo un loro open data, rientrano in quelli di un altro ente – ha spiegato il fondatore di dataninja.it – . Da tenere bene presente, in queste ricerche, le potenzialità delle macchine e dei programmi: usare molto fogli di calcolo e applicativi specifici aiuta moltissimo nella lettura dei dati».
Quindi l’incrocio, per esempio, dei dati legati ai contributi erogati da un ente ad alcune associazioni diventa il pretesto per chiamare un amministratore e chiedergli conto del mancato finanziamento di altre; oppure la ricerca di dati nascosti nelle tabelle possono divenire uno spunto per inchieste legate ai flussi di finanziamenti per le più’ disparate tematiche. La scelta degli amministratori, come si muovono coi fondi pubblici, quali decisioni prendono con i soldi dei contribuenti rappresentano quindi il controllo pi efficace che la stampa può esercitare sul potere politico.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Novembre 2013
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