“Il Jobs act è ispirato all’uguaglianza, i 9 segretari sbagliano”

Lettera del segretario provinciale del Pd Samuele Astuti in risposta a un documento di 9 segretari di circolo che criticano la legge sul lavoro

É con grande stupore che leggo la lettera inviata da alcuni segretari di circolo sul Jobs Act. Sono molte le perplessità che nutro leggendo il "cahiers de doléances" presentato. In un contesto di elevata disoccupazione e, in particolare, di disoccupazione giovanile una riforma del lavoro era assolutamente necessaria e non potevano essere differite ulteriormente scelte che abbiamo rimandato per troppo tempo e che ci hanno fatto accumulare ritardo e conseguentemente perdita di competitività rispetto agli altri Paesi.

Rimango sinceramente esterrefatto quando leggo che, secondo alcuni miei colleghi di partito, la riforma del lavoro votata dal Parlamento non sia ispirata ai principi di dignità ed uguaglianza. Forse ad alcuni sfugge che uno dei principi ispiratori del Jobs Act è proprio il superamento di del trattamento differenziato tra precari e lavoratori a tempo indeterminato, un’ingiustizia che un moderno partito di centro-sinistra non può certamente tollerare. La legge delega si è resa necessaria, infatti, a causa dello spinto dualismo presente nel mondo di lavoro italiano, una patologia a cui si è tentato di porre rimedio introducendo il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti come contratto privilegiato per l’assunzione e disboscando tutte le forme contrattuali a progetto che si sono rivelati spesso fallimentari. Proprio con la ratio di creare un mercato del lavoro di uniforme, ad esempio, gli ammortizzatori sociali saranno estesi a tutti i lavoratori indipendentemente dal tipo di azienda e dal rapporto di lavoro. O ancora, finalmente, con un atto di civiltà la tutela della maternità sarà estesa anche alle lavoratrici senza un contratto di lavoro standard. Inoltre le norme per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro riguarderanno tutti i lavoratori. Altro aspetto che ritengo fondamentale sottolineare è che sicuramente, come si afferma nella missiva, il lavoro non si crea per legge: ed è proprio per questo che suggerisco caldamente di leggere la legge delega in combinato disposto con la legge di stabilità approvata nella notte fra venerdì e sabato. Le risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali sono pari a 2,4 miliardi di euro, con un incremento di 400 milioni. Risorse, peraltro, che grazie alla riforma degli ammortizzatori sociali contenuta nel Jobs Act saranno usate in modo più efficace ed efficiente rispetto all’attuale sistema, ormai anacronistico, che non aiuta il lavoratore ad acquisire nuove competenze per poi trovare un nuovo posto di lavoro. O ancora c’è un forte impegno economico per la decontribuzione dei neoassunti.

Tutte queste riflessioni hanno un fil rouge, a mio parere: il cambiamento. Un moderno partito di centro-sinistra di fronte alle sfide del nostro tempo, tutto si può fare tranne che restare immobili. Oggi la vera sfida è tra conservatorismo e innovazione, tra chi decide che di fronte ai problemi non ci si ferma alla pars destruens ma ci si sforza di costruire e di trovare soluzioni, discutendo certamente nei molteplici luoghi di discussione e nelle assemblee che esistono nel nostro partito, ma con il coraggio finalmente di prendere decisioni con un’attenzione particolare alle generazioni future.

Mi permetto infine di ricordare che sul Jobs Act il confronto è stato ampio sia a Roma sia nella nostra provincia: a Roma, la Direzione del Partito ha dato il via libera a larga maggioranza con l’intelligenza di recepire le più importanti proposte di chi non era a favore di questo provvedimento. A Varese ne abbiamo parlato per mesi con incontri proposti agli iscritti guidati da autorevoli esperti della materia che hanno sempre portato i contributi dei sostenitori e degli scettici. I nostri parlamentari hanno sostenuto con forza e determinazione il provvedimento, ad eccezione di Erica D’Adda che ha condotto una leale battaglia per modificare il provvedimento e per esprimere la sua legittima opinione. Erica però lo ha fatto nei tempi e luoghi corretti e non fuori tempo massimo. Attendiamo i decreti attuativi. Samuele Astuti Segretario Provinciale PD Varese

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Dicembre 2014
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