Il lavoro umanitario di Greta e Vanessa

La militanza in solidarietà con il popolo siriano e poi la nascita del progetto Horryaty che le avrebbe portate a lavorare in Siria. Gli obiettivi e la storia dell'iniziativa di Greta e Vanessa

“Dietro al lavoro umanitario, c’è anche un lavoro di attivismo nato da tempo e che continua attraverso una rete di amicizie e conoscenze coltivate con attivisti siriani, che continuerà nonostante l’impegno anche a livello umanitario. La persona è persona a prescindere dalle sue idee e tutti saranno rispettati e chiunque in stato bisognoso, soprattutto i minori, riceverà gli aiuti”.

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Il progetto Horryaty 4 di 13
Era il maggio del 2014 quando Greta, Vanessa e Roberto Andervill scrivevano queste riflessioni dopo le prime missioni sul campo in Siria. Il loro progetto di assistenza sanitaria Horryaty aveva preso il via da poco ed era stato presentato il 2 aprile dello stesso anno.

 
Obiettivi del Progetto (come si legge dalla pagina Facebook ufficiale)
In collaborazione con il personale medico presente sul posto si è deciso di attivarsi al fine di perseguire due specifici obiettivi : 
1. Attivare un corso base di primo soccorso e rifornire alcune aree di kit di emergenza di Primo Soccorso corredati di tutto il materiale occorrente.
2. Garantire ai pazienti malati di patologie croniche di accedere alle giuste terapie rispettando i tempi, dosi e qualità dei farmaci. 
Il nostro Progetto si compone così di due parti distinte che verranno portate avanti sia in maniera separata e sia in parallelo, a seconda delle esigenze contingenti in loco.

 
I fondatori
Sono proprio Greta, Vanessa e Roberto a dar vita al progetto. 
Vanessa Marzullo ha 21 anni e vive a Brembate. Studia Mediazione Linguistica e Culturale, e dal 2012 si dedica alla Siria, dalla diffusione di notizie tramite blog e social networks all’organizzazione di manifestazioni ed eventi in sostegno del popolo siriano in rivolta. Questo culmina nell’organizzazione e nella nascita del Progetto “Assistenza Sanitaria in Siria”.
 
Greta Ramelli ha 20 anni e vive a Gavirate. È studentessa di Scienze Infermieristiche. Diplomata al liceo linguistico Rosetum dove ha studiato inglese, spagnolo e tedesco. Volontaria presso Organizzazione Internazionale di Soccorso, operatrice pronto soccorso trasporto infermi e nel settore emergenza (livello operativo). Nel maggio 2011 trascorre 4 mesi in Zambia nelle zone di Chipata e Chikowa lavorando come volontaria presso 3 centri nutrizionali per malati di AIDS, incluso alcune settimane presso le missioni dei padri comboniani. Nel dicembre 2012 ha trascorso tre settimane a Calcutta, India, dove ha svolto volontariato presso la struttura Kalighat delle suore missionarie della carità e ha visitato progetti di assistenza alla popolazione indiana presente negli slums. Attualmente si occupa principalmente di Siria, sia per quanto riguarda l’accoglienza profughi insieme ad altri volontari, sia per attivismo e per aiuti umanitari. Al momento collabora con il Comitato S.O.S. Siria di Varese, l’Associazione delle Comunità Arabe Siriane e IPSIA Varese nel progetto “Assistenza Sanitaria in Siria”.
 
Roberto Andervill ha 47 anni e vive in provincia di Varese. Dal 1998 a oggi nell’organico di IPSIA Varese, l’OnG delle Acli che si occupa di cooperazione e volontariato all’estero. Dall’estate del 2006 comincia il suo attivismo per la Palestina. Compie 4 missioni in Cisgiordania fino al 2010 e nell’Aprile 2012 è a Gaza. A cavallo tra il 2010 e il 2011 tramite IPSIA Varese del quale in quel periodo era Presidente, organizza e realizza assieme agli altri soci di IPSIA la costruzione di unità igieniche nell’area mercatale di Aledjo, in Benin. Dal 2011, dopo lo scoppio della Rivoluzione, comincia a interessarsi alla Siria. Ma è nel 2014 che comincia il suo attivismo a favore della Rivoluzione antigovernativa, con la partecipazione alla missione di sopralluogo nell’area rurale di Idleb dalla quale nasce il Progetto “Horriaty – Assistenza Sanitaria in Siria”.

 
Le attività
Tra aprile e maggio ci sono state due missioni in Siria per consegnare materiale sanitario. I volontari del progetto Horryaty sono molto meticolosi e pubblicano i dettagli di ogni loro azione. Portano sul campo prodotti che gli sono stati affidati da organizzazioni umanitarie italiane e il resto lo acquistano in Turchia per poi consegnarlo in varie zone del Governatorato di Idlib
Vanessa in quei giorni si appunta alcuni pensieri. Il 6 aprile è a Homs  e scrive: la città “assediata perde i suoi fiori più belli, ancora una volta. Troppi pensieri… e non è facile metterli in ordine, modellarli e chiuderli in parole. Ma vorrei che le persone sapessero dare peso e valore a parole come ‘sacrificio’, ‘eroe’, ‘memoria’ – perchè, se fossero in grado di farlo, allora tutti saprebbero i vostri nomi, i vostri volti, la vostra età e la vostra storia”.
Il 22 aprile è a Douma e cerca di far passare alcune emozioni legate anche alla disperata ricerca di vita quotidiana per una popolazione stremata dalla guerra. “Mi ha detto che non ci sono più librerie nella sua zona, però… due persone lavorano instancabilmente per mettere in funzione una biblioteca. Vogliono dare la possibilità alla gente di continuare a leggere, pur non potendo permettersi di spendere soldi nel ‘di più’ di un libro – perché qui siamo a Douma assediata e riuscire a comprare il cibo per la cena è già un miracolo. Ma alla gente serve un modo per fuggire dall’assedio, ne hanno bisogno… e allora una biblioteca diventa un piccolo paradiso.
Le due persone che hanno cominciato l’impresa sono le sue sorelle.
Due donne, due ragazze che hanno più o meno la mia età.
Quanta bellezza nella tua Resistenza”. 
Vanessa scrive ancora l’11 giugno dalla città assediata. 
“Avrò nella testa il pensiero di quella donna che si è fermata per strada e ha allungato la mano per raccoglier qualcosa da terra, per poi metterla in borsa veloce. Non dirò nemmeno cosa fosse quella cosa perché me me ne vergogno, me ne vergogno tanto, ma io, lei non dovrebbe, non dovrebbe vergognarsene.
Ma a che servirebbe dirle che ha più dignità di tutti noi messi assieme, se poi non può metter nulla nei piatti dei suoi bambini?
L’esercito e le bombe, l’assedio, la fame… la fame. La fame.
Li fanno morire di fame, quando non li squarciano con una bomba.
Non so se ha molto senso ciò che scrivo, ma giuro che mi tremano le mani e ti penserò appena sveglia e mentre esco di casa e nell’ora di pranzo mi si chiuderà lo stomaco, e non servirà a nulla ma ti penserò”.
 
Il gruppo di sostegno al progetto, quando le ragazze tornano in Italia, si attiva ancora di più con un fiorire di iniziative culturali e politiche anche per raccogliere fondi. Vengono organizzate cene, mostre, cineforum, incontri in attesa di poter ripartire.
A fine luglio il nuovo viaggio che porta le ragazze nella zona di Aleppo. Ora si resta con il fiato sospeso aspettando di conoscere cosa sia successo in quella notte del 31 luglio e dove siano le ragazze. L’ultimo segnale pubblico arriva ancora una volta da Facebook con Greta che ha pubblicato una foto di un fotografo siriano che ritrae un giovane che è assorto nel guardare le rovine della città bombardata. 

I luoghi



 
Il 10 gennaio Vanessa scriveva: “La storia della vostra giovane vita e della vostra ingiusta morte. La storia di come, dopo quasi due anni di assedio, avete tentato ancora una volta di uscire da quella che in passato era la vostra città, mentre ora è una prigione circondata da un esercito.
La nostra bella e coraggiosa #Homs. La nostra distrutta, stuprata, ferita e affamata Homs
… ma la gente non lo sa il valore di quelle parole.
E non saprà i vostri nomi.
Non saprà di come avete manifestato all’inizio e come avete preso le armi dopo, dopo aver visto l’orrore dei crimini del regime. Di come avete deciso di restare anche quando la situazione precipitava, per difendere le vostre case, i luoghi in cui siete cresciuti e che vi hanno fatto crescere.
Non saprà che siete morti, eroi, per la speranza di vivere, per un pò di farina… i bambini sotto assedio andranno a dormire affamati anche oggi.
Fame di pane e di giustizia”.

Alcune pagine Facebook per conoscere le attività per la Siria
Assistenza sanitaria in Siria Horryaty
Solidarietà al popolo siriano
Il cuore in Siria
Comunità siriana di Varese

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Agosto 2014
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