Il Percorso Ignis, 12 tappe per la storia del basket

Presentata al Salone Estense una nuova iniziativa: pannelli storico turistici nei luoghi dove Bob Morse, Dino Meneghin e compagni costruirono il miracolo della più forte squadra di basket degli anni 60 e 70

Oltre alle cappelle del Sacro Monte, Varese avrà anche un altro percorso devozionale, questa volta laico, tra i fasti della Pallacanestro Ignis, la squadra di basket che vinse tutto, in Italia e nel mondo, e che i ragazzi di oggi forse nemmeno conoscono. Il giornalista Flavio Vanetti, varesino che gira il mondo per commentar gli eventi sportivi più ad alto livello sulle pagine del Corriere della Sera, si è inventato questa tributo alla nostra grande storia sportiva, sostenuto dal comune e dall’agenzia del turismo.
Vanetti racconta che l’urgenza di fare qualcosa per la Ignis nacque una sera quando ascoltò una conversazione tra ragazzi che dicevano di ignorare chi fosse Bob Morse. Per la cronaca, Bob Morse, forse il più forte americano che abbia mai giocato nel basket italiano, oggi c’era, al Salone Estense, e con lui anche Sandro Gamba, Dino Meneghin, Aldo Ossola, Edoardo Bulgheroni e tanti altri protagonisti di quella meravigliosa stagione sportiva. Tutti riuniti, alla presentazione del “percorso Ignis” che presto vedrà 11 panelli turistici più uno, illustrare ai varesini, ma anche ai turisti, i luoghi della squadra gialloblu. «Lo spunto, poi, mi è venuto da un’iniziativa sviluppata ad Aix en Provence per Paul Cezanne – ha spiegato Flavio Vanetti – grazie alla targhe, da collocare nei luoghi cult della Ignis, l’intenzione è di tramandare ai posteri la memoria di un autentico squadrone».

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Ecco tutti i “luoghi culto” della Ignis 4 di 13

LA CRONACA DELLA COPPA CAMPIONI DEL 1970

«La storia della Ignis è la nostra storia – afferma il sindaco Attilio Fontana – non è solo sport, è stata la vocazione e la crescita di una città». Anche Guido Borghi ha inviato un messaggio, trattenuto negli Usa per il diploma della figlia. «Il mio più alto sentimento di affetto e stima va a mio padre Giovanni – ha scritto tra l’altro – che della valanga gialloblu fu l’ideatore e che con il suo entusiasmo e con la sua passione creò una leggenda». Durante la presentazione sono stati proiettati filmati di archivio Rai della Domenica sportiva con interviste ai giocatori allora giovanissimi, come Flaborea, Meneghin e Ossola. Inoltre scorrevano immagini di partite degli anni sessanta e settanta, con alcuni pezzi di incontro alla palestra di via XXV aprile, la prima casa della pallacanestro Varese.
La prima targa sarà collocata a Comerio e rappresenta una dedica particolare al commendator Giovanni Borghi, il fondatore degli elettrodomestici Ignis, che diedero il nome alla squadra nel suo periodo più fortunato. 

I LUOGHI
palestra XXV aprile – primo campo
Palasport Lino Oldrini – campo dei trionfi
Caffè Pini piazza Monte Grappa – luogo di ritrovo dei giocatori
Palestra ex liceo scientifico – campo di allenamento
Bar dello stadio – luogo di ritrovo dei giocatori
La sede di via Cairoli
Ex ristorante Al Brigantino via Medaglie d’Oro – ritrovo-covo dei giocatori
Atelier Faoro via del Cairo – fotografo della Ignis
Ex tabaccheria Galli corso Matteotti – Amico dei giocatori, vittima di scherzi memorabili
La casa di Maroni il “masseur” via Butti – Il massaggiatore Cappellani
Ignis – Comerio
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Giugno 2013
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La gloriosa Ignis Varese a pannelli 4 di 9

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