Il raviolo che nasce tra fiume e lago
Un primo ripieno di pesce persico e gambero di fiume presentato "ufficialmente" questa mattina all'Agenzia del Turismo. Un insieme di sapori che strizza l’occhio a Expo
Le idee nascono a volte da luoghi che interpretano l’unione di due elementi. Quindi non è un caso che un posto dove un fiume si incontra col lago dia vita ad un esperimento di sapore che affascina palati vicini e lontani. E’ questo l’esempio del raviolo di Sesto Calende, venuto alla luce dall’intuizione di Susy Milani, una giovane cuoca che si proclama pastaia piuttosto che chef a tutto tondo: nel suo laboratorio oggi arricchito da un ristorante si è sviluppato, qualche anno fa, l’estro gastronomico nel fondere i sapori di due preziosi ingredienti. Così è il raviolo di Sesto Calende: rosso, con ripieno composto da pesce persico, predatore del lago, e dal gambero di fiume, oltre alla presenza di un altro ospite locale e selvatico: la menta.
Questo prodotto sta riscuotendo il successo di tavole straniere: l’ultima è quella di un ristorante della Grande Mela che l’ha adottato nel menù e presto sbarcherà come primo piatto anche a Londra. Oggi la presentazione “ufficiale” all’Agenzia del Turismo di Varese con numerosi operatori del settore e Paola Della Chiesa, presidente dell’Agenzia del turismo della provincia di Varese.
Ma qual è il successo di questo prodotto? «Il raviolo fa parte della cultura alimentare italiana ed è un prodotto artigianale – ha spiegato Susy Milani (nella foto sotto, con Paola Della Chiesa) – . Abbiamo pensato a questi due ingredienti principali, il persico e il gambero, perché rispecchiano due prodotti da sempre consumati sulle nostre tavole. La menta arricchisce il tutto con una terza componente locale che dona freschezza».
L’ideatrice del raviolo è stata oggi premiata con un encomio che sottolinea l’eccellenza del territorio e la promuove come “ambasciatrice nel mondo” per un prodotto che ha incassato il 4 novembre scorso la “Denominazione comunale” da parte dell’assessore Edoardo Favaron, anche oggi presente per sottolineare l’importanza dell’imprenditoria locale anche alla luce di Expo.
Il convitato di pietra era infatti in ogni ragionamento l’impegno che Milano e l’intero Paese dovrà assumersi la primavera prossima col mondo intero, in un contesto culturale che privilegerà non a caso il cibo come energia del pianeta; Varese, cortile di casa dell’evento, per l’occasione sta preparandosi con un’offerta capace di ingolosire i turisti.
È il caso dei “club di prodotto”: pacchetti capaci di contenere offerte culturali, di benessere o su focus specifici di cui la provincia può essere fonte d’eccellenza, si va dalla valorizzazione del distretto del cavallo alla cultura locale passando per il cibo o business. Non a caso era presente Stefano Meloro, di Ascom, e manager del club di prodotto “food e wellness”, cibo e benessere da assicurare a quanti sceglieranno il Varesotto per dedicarsi una vacanza di uno o più giorni. Un altro esempio, giocato in chiave storico culturale è rappresentato dalle “Vie della civiltà”, un’offerta turistica legata alla civiltà di Golasecca di cui ha accennato i contenuti Silvano Moroni.
Tornando al raviolo, l’autrice del piatto lo ha descritto nel corso di un breve momento di degustazione come di un piatto “senza tempo” di quando i nonni, osti di Oriano, frazione di Sesto Calende, parlavano di ricette che contenevano entrambi gli ingredienti.
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