In piazza Monte Grappa va in scena il No Patto Day

L’iniziativa che coinvolge tutti i comuni lombardi, vuole dire basta ai vincoli imposti dal patto di stabilità. A Varese bloccati 20 milioni di opere pubbliche.

Chi si ferma è…sperduto. O almeno questa è la sensazione guardando le facce sbigottite di chi si ferma davanti ai banchetti del No Patto Day. Un’iniziativa promossa in tutti i comuni della Lombardia, e a Varese fortemente voluta dal sindaco Attilio Fontana, per denunciare la morsa del patto di stabilità alle finanze comunali. I gazebo allestiti in piazza Monte Grappa fino alle 19 di sabato 26 ottobre distribuiscono quattro volantini colorati in cui si illustrano ai cittadini le maggiori problematiche legate al rispetto del patto di stabilità.
Un tema che accomuna posizioni altrimenti divergenti. Maggioranza e opposizione si sono così date appuntamento in piazza per protestare contro quello che a detta di tutti è la causa principale del blocco degli investimenti in città. “Bisogna sottolineare – dice Giuseppe Montalbetti, assessore al bilancio – che il problema principale del patto di stabilità, non è legato tanto alla spesa corrente, quanto alle opere pubbliche. Il patto di stabilità obbliga i Comuni ad accantonare risorse che altrimenti verrebbero impiegate per la realizzazione o il potenziamento delle opere”.
“Questo obbligo – aggiunge il sindaco Fontana – è assolutamente ingiustificato. In tre anni non è stato possibile avviare un serio piano di investimenti pubblici per un totale di 20 milioni di euro. Il che significa meno asfaltature, nessun potenziamento dell’illuminazione pubblica né tanto meno una seria e mirata riqualificazione degli impianti scolastici e sportivi”.
Anche Fabrizio Taricco, segretario provinciale uscente del Pd e responsabile del dipartimento per la finanza locale di Anci Lombardia la pensa allo stesso modo: “Questa è una battaglia comune che o vinciamo tutti insieme o non la vince nessuno”.
Per il consigliere comunale Rocco Cordì (Sel) è però troppo facile nascondersi dietro ai diktat di Governo: “Anche se la battaglia contro le imposizioni del patto di stabilità ci vede uniti, dobbiamo ricordarci che negli ultimi anni il Comune ha aumentato le aliquote mentre ha tagliato troppo poco sulla spesa pubblica”. Una posizione che non vede d’accordo Francesco Cammarata consigliere eletto in forze al Movimento 5 stelle: “Siamo realisti, più di tanto la spesa non può essere tagliata. Inoltre sono discorsi che abbiamo già affrontato durante i lavori della Commissione per la revisione di spesa pubblica. Il probelma è una altro. Siamo tutti d’accordo sull’obbligo di chiudere il bilancio in pareggio, ma se il Comune è virtuoso deve poter re-investire sul territorio le risorse a disposizione”.
In questo scenario le cifre hanno l’ultima parola. A Varese i trasferimenti statali sono diminuiti dell’82% in tre anni, passando dai 20 milioni del 2010 ad appena 3,8 milioni del 2013. Nonostante questo il Comune è creditore del Ministero delle Infrastrutture per 1,2 milioni di euro anticipati dall’amministrazione per interventi di manutenzione delle scuole e dal 2004, di altri 1,2 milioni con il Ministero della Giustizia per le spese anticipate per la gestione del Tribunale e degli uffici giudiziari.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2013
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