L’annuario del Cairoli: da 27 anni una tradizione di cultura
Pubblicato il tradizionale libro che raccoglie pensieri, progetti, approfondimenti di studenti, insegnanti e uomini di cultura. Una pubblicazione che vanta una stimata tradizione
Questa mattina, mercoledì 5 giugno, è avvenuta ufficialmente la consegna dell’annuario del Liceo Classico “E. Cairoli”.
Oltre 300 pagine per narrare l’anno scolastico ormai quasi concluso.
La 27esima edizione quest’anno presenta un ugual numero di contributi di docenti e di alunni. Testimonianze dotte, saggi, i più significativi progetti dell’anno e gli eventi particolarmente significativi come l’anniversario decennale del Coro, oltre che le immancabili foto di classe.
La 27esima edizione quest’anno presenta un ugual numero di contributi di docenti e di alunni. Testimonianze dotte, saggi, i più significativi progetti dell’anno e gli eventi particolarmente significativi come l’anniversario decennale del Coro, oltre che le immancabili foto di classe.
La prima novità sta nell’aver ottenuto dalla biblioteca centrale “Guglielmo Marconi” di Roma, il codice ISSN, il numero internazionale che identifica le pubblicazioni periodiche come quotidiani e riviste. Particolare è anche la copertina che riprende il quadro di Eleuterio Pagliano “Sbarco dei cacciatori delle Alpi a Sesto Calende”, che è stato il cardine del progetto d’alternanza scuola-lavoro intrapreso dai ragazzi del Liceo che si sono recati ai Musei civici di Villa Mirabello, dove hanno studiato e illustrato alla cittadinanza il quadro.
Alla pubblicazione hanno collaborato il dirigente scolastico Salvatore Consolo, la professoressa
Merella Botta, il professore Enzo la Forgia e il professore Paolo Pietrosanti.
Come afferma il preside, l’annuario rappresenta il simbolo della scuola come centro di produzione culturale nel territorio, descrivendola come una comunità viva. Ricordando che anche ex docenti e vecchi alunni hanno contribuito alla stesura dei testi.
Come afferma il preside, l’annuario rappresenta il simbolo della scuola come centro di produzione culturale nel territorio, descrivendola come una comunità viva. Ricordando che anche ex docenti e vecchi alunni hanno contribuito alla stesura dei testi.
Tra le ambizioni dei docenti c’è anche quella di digitalizzare parzialmente o per intero le future
edizioni dell’annuario. Un progetto, però, che affiancherà solo e non sostituirà la pubblicazione del volume: «Non abbandoneremo mai la carta!» assicura la professoressa Botta.
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