La diga è una realtà: ora l’Olona fa meno paura

Una “grande opera” che regala la tranquillità a tutto il territorio lungo il fiume, non solo in provincia di Varese, ma anche nell’Altomilanese. Cinque anni di lavoro e 25 milioni la spesa

«Un’opera da portare ad esempio: c’è una parte del Paese, e non lo dico in senso geografico, che funziona, che utilizza al meglio i soldi dei cittadini». Grande orgoglio nelle parole del presidente della Provincia Dario Galli, per l’inaugurazione della diga sull’Olona a Gurone, realizzata nel rispetto dei tempi e dei costi. Una “grande opera” che regala la tranquillità a tutto il territorio lungo il fiume, non solo in provincia di Varese, ma anche nell’Altomilanese, dove il fiume attraversa zone molto urbanizzate e industrializzate: nei momenti delle piene, a volte assai repentine, la diga si chiuderà in modo automatico riducendo la portata del fiume e trattenendo le masse d’acqua nell’ampio invaso creato con la realizzazione di nuovi argini, anche a protezione del piccolo borgo dei Mulini di Gurone
 
Cinque anni e poco più di lavori, dalla posa della prima pietra il 23 settembre del 2004 Inaugurata la diga sull'Olonaall’inaugurazione di oggi, per realizzare un’opera che il territorio attendeva da decenni, chiesta per la prima volta negli anni ottanta dal Magistrato del Po e dall’Autorità di Bacino. 25 milioni di euro, di cui 8 stanziati dallo Stato e i restanti dalla Provincia. «È un’opera che più di tutte racchiude l’impegno amministrativa della provincia» ha spiegato Dario Galli, ringraziando le imprese, i lavoratori, tutti i tecnici e i funzionari dell’ente impegnati, tra cui l’ingegner Susanna Capogna, dirigente dell’assessorato all’Ambiente, e il progettista Fulvio Bernabei.
La diga è dotata di tre diverse paratie automatiche, che si abbassano in caso di piena straordinaria: «L’invaso creato dalla diga – ha spiegato l’assessore alla tutela ambientale Luca Marsico – è in grado di accogliere un massimo di 1 milione e mezzo di metri cubi d’acqua, su una superficie di 40 ettari». La portata del corso d’acqua (che può raggiungere i 118 metri cubi al secondo) può essere limitata a valori inferiori ai 30 mc/s. L’impegnativo intervento – con ben due inverni di lavori all’interno dell’alveo fluviale – comprende anche una parte non visibile, il consolidamento del letto e delle sponde attuato con migliaia di pali in calcestruzzo infissi nel terreno. «Tra i motivi d’orgoglio, oltre alla ottima collaborazione tra le imprese, c’è il fatto che non si sia registrato neppure un incidente sul lavoro», conclude l’ingegner Capogna. Capofila nella realizzazione dell’intervento l’impresa Trevi, specializzata proprio in opere sui corsi d’acqua.
 
Sono intervenuti anche i consiglieri regionali Luciana Ruffinelli, Giuseppe Adamoli e Stefano Tosi e i parlamentari Marco Reguzzoni e Daniele Marantelli. La diga di Gurone impedirà le alluvioni dell'Olona«È stato usato il doppio del calcestruzzo impiegato per costruire il Pirellone – ha spiegato l’ex presidente della Provincia Reguzzoni, che posò la prima pietra -. Ma la maggior parte non si vede, perché sta sottoterra: questa non è un’opera elettorale. Ma è grazie ad opere come queste che la Lombardia è il motore economico dell’Italia e rimane nello stesso tempo un territorio bello da abitare». «Una giornata storica, lo dico da imprenditore alluvionato più volte» commenta il presidente dell’Associazione Tutela Valle Olona Attilio Tronconi. L’opera salvaguarderà i comuni lungo l’Olona da future piene, evitando milioni di euro di danni per le attività produttive collocate accanto al fiume. «Le imprese hanno voluto e sostenuto fin dall’inizio quest’opera», ha sottolineato il direttore dell’Unione Industriali Vittorio Gandini.
 
La condivisione dell’importanza del progetto da parte degli enti locali è stata fondamentale per realizzare l’opera, che sorge sul territorio del Comune di Malnate: «Siamo orgogliosi – ha detto il vicesindaco Mauro Barel – di aver messo un pezzo del nostro territorio a disposizione dell’intera la provincia». Anche se i benefici riguardano anche Legnano e l’intero altomilanese. «Un’opera – commenta Daniele Marantelli – resa possibile dal consenso di molte istituzioni, dall’impegno condiviso per un obiettivo comune da numerose amministrazioni succedutesi nel tempo, anche di colori politici diversi».

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Pubblicato il 12 Dicembre 2009
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