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La Grande Varese, una città capace di federare i comuni limitrofi

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23 Novembre 2014

Egregio Direttore,
Le scrivo come sindaco di un Comune, quello di Comerio, che per una parte importante delle proprie funzioni (SUAP, Servizi Sociali) ha da molto tempo in essere una collaborazione positiva con i competenti uffici del Comune di Varese. Proprio da questo fatto concreto inizia la mia considerazione più generale, che riguarda l’organizzazione del settore pubblico e le relative ricadute sulla vita dei cittadini e delle imprese.
Il Patto di stabilità è diventato oramai un mantra per molti Sindaci che a casa loro non possono realizzare delle importanti opere e più in generale sono limitati nella loro azione di Governo del territorio. Attualmente la modalità organizzativa per far si che questo non accada risiede in quelle forme di associazione tra diversi Comuni (Unioni, Fusioni) che possono consentire di derogare dal patto per alcune tipologie di investimenti. Molti piccoli Comuni della nostra Provincia ci stanno pensando e diversi di loro sono in una fase di “trattativa” avanzata, alcuni, si vedano quelli dell’alta Provincia, hanno addirittura già dato origine ad un progetto di fusione. Sicuramente la scala raggiunta in termini di popolazione, territorio e servizi erogati potrà permettere a questi Enti di essere più vicini alle esigenze dei cittadini, attivando nel contempo un ciclo virtuoso di riduzione della spesa corrente. Come si dovrebbe porre la citta di Varese rispetto ad un progetto di questo tipo ? A me sembra che le recenti polemiche interne all’Amministrazione siano sideralmente lontane da questo nuovo modello organizzativo cui la politica dovrebbe tendere in questo momento storico. Varese non è più la città più popolosa della Provincia e, negli anni del governo leghista, sembra aver perso qualsiasi tipo di vocazione, o usando un termine più “moderno”, non sembra avere più leadership. A questo punto non voglio però entrare in sterili polemiche ma fare una proposta concreta che possa rilanciare Varese con un rinnovato ruolo guida di Città parzialmente post-industriale, che faccia della sua particolare posizione geografica un punto di forza per un nuovo modello di crescita ben inserito nel contesto europeo.
La Grande Varese potrebbe essere la nuova città che abbia la capacità di federare i Comuni che la circondano in un grande progetto di crescita e sviluppo del territorio. Ipotizzare un’area che possa raggiungere circa 130.000 – 150.000 abitanti all’interno della quale alcuni servizi dei Comuni siano centralizzati, credo possa essere una soluzione che permetta una riduzione delle tasse ed una maggiore efficienza dei servizi. Non credo però che, contrariamente a qualche proposta di alcuni mesi fa, la fusione sia la soluzione migliore. L’Italia dei Comuni è una caratteristica unica del nostro Paese e credo debba essere preservata. Le differenze tra i campanili e le “rivalità” sono la slow politic positiva che ci caratterizza.

Sarà un lavoro molto complesso, nel quale credo debbano essere gestite a livello “cittadino” tutte quelle attività che per i Comuni più piccoli sono fonte di problemi e potenziali controversie quali:
• la gestione degli appalti
• la gestione dei servizi sociali
• la gestione gli acquisti (pensiamo a puro titolo di esempio all’energia)
• la pianificazione territoriale per gli insediamenti abitativi e produttivi
• la gestione delle attività produttive (rilascio autorizzazioni)
• la gestione integrata dei rifiuti
• la gestione della sicurezza di concerto con le Forze dell’ordine
• la gestione delle emergenze idrogeologhe
• le controversie legali
• la gestione dei bandi europei
• la promozione del territorio e delle attività culturali
• l’informatizzazione dei servizi al cittadino

Cosa resterebbe allora ai Comuni della Grande Varese, ai loro Sindaci ed ai Consigli Comunali ?
Sicuramente degli uffici decentrati per la gestione dell’anagrafe, la raccolta delle istanze dei cittadini, la gestione dei servizi sociali in modo capillare, la gestione delle associazioni che a vario titolo (culturale e sociale) operano sul territorio
Quali sarebbero gli obiettivi che dovrebbe prefiggersi un progetto Grande Varese ?
Sono diversi, sicuramente un ruolo primario in questo momento devono averlo quelli che riguardano la
riduzione del carico fiscale e l’aumento dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi ai cittadini.
Tra questi possono essere sicuramente essere considerati prioritari quelli che riguardano; aspetti relativi alle riduzioni di spese, imposte e tempi, in un’ottica di recupero dell’efficienza, ed aspetti relativi al miglioramento e sviluppo dei servizi per i cittadini, quella che potremmo definire con un termine molto in voga crescita, che non ridurrei solo ad aspetti economici (questo vale per le aziende) ma che per un’amministrazione pubblica ha un significato di maggiore coralità, comprendendo in primis la crescita sociale.
Per quanto riguarda gli obiettivi correlati alle riduzioni credo che tra i più importanti debbano essere citati :
• La riduzione della spesa corrente del 4-5 % anno su anno per almeno 5 anni (personale, consulenze, energia)
• La riduzione delle imposte locali (IMU, IRPEF, TASI) di almeno il 20 % entro 5 anni
• La riduzione significativa dei tempi connessi all’inizio delle attività produttive
• La riduzione dei tempi di attesa per i cittadini e le loro istanze
• La riduzione dei termini di pagamento per le aziende creditrici a 30 giorni effettivi
Per quanto riguarda gli obiettivi di sviluppo e la crescita individuerei tra i più importanti :
• L’aumento della sicurezza per i cittadini
• L’aumento dei servizi sociali e la loro integrazione con il terzo settore
• Il supporto alla creazione di una scuola pubblica di eccellenza (inglese, informatica, impresa) che sappia supportare sia gli studenti che vogliono intraprendere un percorso lavorativo
(apprendistato) sia quelli che vogliono iscriversi all’università
• La gestione informatizzata dei servizi al cittadini
• Il potenziamento della banda larga
• La valorizzazione del patrimonio artistico e culturale
• Il supporto alle attività produttive con particolare attenzione a quelle artigianali e commerciali
• L’integrazione ed il potenziamento del trasporto pubblico locale per la “nuova Città”
• Il risanamento del lago di Varese

Per fare questo occorre però la visione della politica, quella con la P maiuscola. Questo progetto attualmente richieda un grande sforzo di partecipazione, consapevolezza e capacità di rinunciare a delle istanze particolari in favore di quelle più generali, caratteristiche che non sempre combaciano con le strutture organizzative dei partiti tradizionali, molto improntate ad un ritorno nel breve periodo delle loro aspettative e questo al fine di garantire le relative poltrone di comando a vecchi e novizi.
È per questo che sono convinto che un progetto di questa portata debba nascere con il ruolo principale della cittadinanza, per fare questo credo che i principali partiti, e tra questi soprattutto il PD, debbano promuovere le primarie quale strumento meritocratico di selezione della classe dirigente, primarie che io considererei addirittura da estendere a tutti quei Comuni che possono essere interessati, se non nell’immediato ma in un prossimo futuro, ad aderire almeno ad una parte dei servizi erogati dalla Grande Varese.
Solo così i cittadini potranno tornare a sentirsi artefici del proprio futuro e partecipare attivamente alla costruzione di una “civitas varesina” che sappia rilanciare un storia recente di grande successo e solidarietà.

Silvio Aimetti Sindaco di Comerio

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