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Liceo Manzoni: siamo delusi e arrabbiati

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18 Dicembre 2014

È stato scritto e detto tanto sul Liceo Manzoni in questi giorni, purtroppo molto tardi, quando i giochi erano gia’ stati fatti e le decisioni prese. Stamattina abbiamo avuto la comunicazione ufficiale dalla Dirigenza anche se  dalla serata di ieri i messaggi correvano veloci sulla rete a fronte delle notizie pubblicate sul web.

La notizia era nell’aria da tempo e le versioni si sono accavallate con frenesia nel corso dei mesi: ogni giorno spuntava una nuova ipotesi sul nostro destino di alunni e di docenti mentre  la preoccupazione cresceva per la nostra sorte. Abbiamo sempre cercato di stemperare le ansie dei ragazzi e le nostre supportandoci con la convinzione che la scelta sarebbe stata fatta con buonsenso e rispettando la scuola, LA NOSTRA SCUOLA in cui molti di noi lavorano da anni.

Personalmente sono con orgoglio docente del Manzoni dal 1989, dopo essere stata alunna del vecchio istituto Magistrale. Ho partecipato con entusiasmo e molte speranze alla nascita delle sperimentazioni linguistica e socio-psico-pedagogica. Mi sono adattata come tutti i colleghi ai nuovi indirizzi previsti dalla riforma. Ho collaborato con tutti i Dirigenti Scolastici che si sono succeduti , ben 6, sempre investendo moltissimo in quanto ad energie e senso del dovere. Nella nostra scuola siamo cosi’: un bel gruppo affiatato, che nel corso del tempo è riuscito a limare e conciliare le individualita’ per  arrivare a lavorare insieme con obiettivi e contenuti condivisi. Abbiamo sempre dato fastidio. Quando una scuola lavora bene e cresce diventa un problema anziche’ costituire un vanto per la citta’. E cosi’, via via, abbiamo avuto l’esigenza di richiedere spazi in piu’: ogni anno era una sofferenza elemosinare un’aula in cui accogliere i nuovi iscritti. Era uno strazio per le colleghe che collaboravano con il Preside dover riunire e riorientare gli alunni in ingresso perche’ non ci potevamo permettere di accettarli.

I  Dirigenti , alcuni in modo davvero encomiabile, hanno dovuto scontrarsi con la burocrazia per far valere le nostre ragioni e far capire che quello che chiedevamo non era per noi stessi ma per il bene dei ragazzi.

Oggi ci troviamo di fronte ad una comunicazione si servizio: sgomberare le aule e la sala docenti nonche’ la biblioteca e le aule speciali perche’ da sabato iniziera’ il trasloco in una nuova sede finalmente sicura. In via Brunico siamo dal 1990. In tutti questi anni qualcuno si e’ preoccupato della nostra sicurezza? Durante l’estate sono mai stati fatti interventi di adeguamento?

Ora all’improvviso, ad anno scolastico iniziato, ci dobbiamo trasferire e nonostante le assicurazioni del Dirigente siamo sicuri che non saranno cinque mesi facili quelli che ci aspettano. Ci e’ stato imposto di utilizzare tutti gli spazi reperibili. Nella sede di Via Morselli e’ stata smantellata la biblioteca storica, vanto dell’Istituto. Libri pregiati e di indiscutibile valore inscatolati e messi chissa’ dove in attesa di collocazione. Un brutto esempio.
Saranno utilizzate le aule speciali, le aule dove gli alunni del liceo musicale, altra conquista del nostro Istituto, fino ad ora effettuavano le attivita’ d’indirizzo.

Quello che piu’ ci preoccupa, ci disgusta e ci lascia attoniti e’ che tutto cio’ ha un fine ben preciso: la razionalizzazione scolastica che ci portera’ a dover ridurre le classi molto rapidamente. Non sono gli spazi che devono essere adeguati alla domanda, ma le classi si devono formare tenendo conto degli ambienti disponibili. Come dire che una coppia che abita in un bilocale non potra’mai avere figli perche’ gli spazi non lo permettono.

Questa è la Buona Scuola?

Dove sta il diritto allo studio?

La liberta’ per le famiglie di scegliere?

La garanzia per un docente di non perdere il posto di lavoro dopo tanti anni di ruolo? 

La speranza per i giovani laureati di ottenere una cattedra?

L’atmosfera oggi nei corridoi della scuola era surreale: non siamo nemmeno riusciti ad esprimere la nostra opinione e nessuno ci ha consultati, come se la scuola fosse fatta da altri.

Voglio gridarlo forte e chiaro con tutti i miei colleghi. La scuola e’ fatta da chi la vive ogni giorno con fatica, entusiamo, determinazione e passione. Da chi sta in classe a contatto con i ragazzi e li vede crescere anno dopo anno, insegnando si’ le discipline ma soprattutto formando dei cittadini. I cittadini del futuro. Che esempio stiamo dando alle nuove generazioni?

Questa è democrazia?

Siamo arrabbiati e delusi, sconcertati vedendo che i piani che temevamo stanno andando in porto. Non sara’ un bel Natale questo per noi e non dobbiamo avere il rimpianto di non aver fatto nulla per salvare la nostra scuola. Forse siamo ancora in tempo.

Un gruppo di professori del Liceo Linguistico "Manzoni"

Un gruppo di professori del Liceo Linguistico "Manzoni"

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