Magliette con la conchiglia per ricordare i sogni di Isma

Maurizio Jurillo, papà del giovane morto a ottobre in un incidente, vuole realizzare il progetto del figlio: una linea di abbigliamento con il logo che aveva inventato

«C’è una promessa che ho fatto a Ismaele, davanti alla sua tomba. È quella di portare avanti il suo progetto, farlo diventare reale e concreto». La morte non ferma le idee. E per Maurizio Jurillo, il papà di Isma, il giovane di Taino vittima di un incidente d’auto avvenuto lo scorso 30 ottobre, ce n’è una che ha la precedenza su tutte le altre. È quella con cui il figlio stava cercando di costruirsi un futuro, in un periodo in cui per un giovane molte porte rimangono chiuse. «Ismaele sapeva fare tante cose, era un tipo in gamba che imparava in fretta e che, dopo la scuola, ha sempre lavorato – racconta il padre -. Era anche molto creativo. Aveva ideato un logo con un mondo racchiuso in una conchiglia. Un simbolo con due significati: la vicinanza dei popoli e la cura del pianeta, una perla da rispettare e proteggere come un gioiello». Con Maurizio, per aiutarlo in questa impresa, c’è Davide, il figlio più giovane, di soli sedici anni. E poi ci sono gli amici, tanti, che sulla pagina Facebook continuano a lasciare messaggi e parole per Ismaele. «Negli ultimi tempi stava affrontando un periodo complicato – continua il papà -. Aveva fatto dei colloqui ma non aveva ancora trovato un lavoro. È nata così, quasi per gioco, l’intuizione di mettere il logo su una linea di abbigliamento… Eravamo anche andati alla Camera di Commercio per registrarlo e avevamo già acquistato delle magliette». 

Poi è arrivato l’incidente e tutto si è infranto. Le magliette che Ismaele e Davide avevano piegato e confezionato in un pomeriggio di domenica sono rimaste lì. Così come il sito che avrebbe dovuto promuoverle e venderle on line. «Ripartire non è facile, ma voglio portare a termine quello che mio figlio aveva in mente – continua Maurizio -. Lo faccio per lui ed è un modo per reagire a quello che ci è capitato. Quando vedo gli altri ragazzi non posso fare altro che pensare a Ismaele. Penso a quanto la vita sia breve e mi sento di dire "state attenti, andate piano". Tutti siamo stati giovani, sappiamo quello che si prova a quell’età e sembra banale ma è un messaggio che vorrei ricordare ad ogni persona che la sera si mette in macchina: State attenti, la vita è delicata». 

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Pubblicato il 23 Novembre 2012
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