Manconi, caso Uva: “Mi risulta che contro Abate vi sia azione disciplinare”

Il senatore del Pd sostiene che la procura generale ha avviato la pratica al Csm. La procedura potrebbe durare anche 4 anni

“Mi risulta che la procura generale presso la cassazione ha esercitato azione disciplinare nei confronti del pm Agostino Abate titolare delle indagini relative alla morte di Giuseppe Uva". Lo rende noto Luigi Manconi, Presidente della Commissione straordinaria per la promozione e la tutela dei diritti umani del Senato. "Questo significa – aggiunge – che due istituzioni di altissimo prestigio e autorità come il ministero della giustizia e la procura generale della corte di cassazione, nell’arco di pochi giorni, hanno rilevato nel comportamento del dottor Abate gravi responsabilità. Dunque, ripeto, non sbagliava Lucia Uva quando, pressoché da sola, per cinque lunghissimi anni, chiedeva e chiedeva e ancora chiedeva che la procura di Varese indagasse seriamente sulla morte del fratello Giuseppe. E non aveva torto quando, per cinque lunghissime anni, denigrata e inascoltata, criticava un pubblico ministero che trascurava irresponsabilmente il proprio dovere.”

Le affermazioni del senatore Manconi, quasi indispettite nei confronti del pm Abate – con il quale ebbe un durissimo scontro a Varese due anni fa nell’ambito della stessa indagine (c’è il filmato dell’interrogatorio su youtube) – sono state diffuse con un comunicato stampa. Due giorni fa, sempre secondo Manconi, era stata il ministro Anna Maria Cancellieri – reduce dal caso delle telefonate con i Ligresti – ad attivarsi per chiedere l’azione disciplinare. Fino a ieri, la Procura non era informata di alcun provvedimento. L’apertura di una istruttoria del genere, tuttavia, ha contorni giuridici simili a quelli di una indagine. Il giudice disciplinare è un organo collegiale che si identifica nella sezione disciplinare del csm, composta da sei membri: il vice presidente del consiglio superiore, che la presiede, e cinque componenti eletti dallo stesso csm tra i propri membri, dei quali uno eletto dal parlamento, un magistrato di cassazione con effettive funzioni di legittimità e tre magistrati di merito.
All’udienza le funzioni di pubblico ministero sono comunque esercitate dal procuratore generale o da un suo sostituto.L’azione deve essere promossa entro un anno dalla notizia del fatto, della quale il procuratore generale presso la corte di cassazione ha conoscenza a seguito dell’espletamento di sommarie indagini preliminari o di denuncia circostanziata o di segnalazione del ministro della giustizia, come in questo caso. Dunque, si tratta di episodi che sono databili al massimo a un anno. Entro due anni dall’inizio del procedimento il procuratore generale deve formulare le richieste conclusive ed entro due anni dalla richiesta, la sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura si pronuncia. Il risultato è che potrebbero passare anche 4 anni. La prescrizione interviene a 10 anni dal fatto. La serie storica del match pm Abate contro resto del mondo, finora, è tutta a favore del sostituto procuratore che è sempre stato prosciolto da ogni provvedimento disciplinare.

Per completare, sembra che il magistrato varesino oggi abbia messo tutti d’accordo, perché anche la parlamentare del Pd Chiara Braga, durante una interrogazione parlamentare sulla Arcisate Stabio, ha affermato tra le altre cose che vorrebbe un chiarimento dal ministro in ordine a un colloquio in cui il presidente della regione Roberto Maroni era stato visto uscire dai giornalisti dall’ufficio del dottor Abate; l’onorevole si chiede come mai sia potuto avvenire dato che solo il procuratore capo può divulgare notizie. Ma non ci sarebbe nessun mistero. Secondo quanto fu riferito alla stampa quel giorno da fonti giudiziarie varesine, il dottor Abate, membro anziano della procura, parlò con Maroni in quanto facente funzione del dottor Grigo, procuratore capo, assente in quei giorni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Dicembre 2013
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