No Tav, “Giobbe” ancora agli arresti domiciliari

Davide Giacobbe con altri due attivisti è stato colpito da un ordine di custodia cautelare per violenza privata: la procura di Torino lo accusa di aver minacciato e intimidito una cronista di Repubblica il 10 agosto a Chiomonte

Ancora guai per il No Tav di Varese, Davide Giacobbe (noto come "Giobbe", nella foto a destra), agli arresti domiciliari per una presunta aggressione ad un agente di polizia del 16 aprile dello scorso anno. Questa mattina, mercoledì 11 settembre, un altro ordine di custodia cautelare è stato spiccato a suo carico e a carico di due suoi compagni, anche loro simpatizzanti Giuliano Borio, della Valle di Susa, e Maurizio Mura, di Torino. Gli ordini di custodia cautelare sono stati eseguiti dalla polizia al termine di indagini svolte dalla Digos con il coordinamento dei pm Antonio Rinaudo e Andrea Padalino. Nell’ordinanza del gip Eleonora Montserrat Pappalettere che ha autorizzato gli arresti domiciliari per i tre attivisti si legge di un “pesantissimo clima di intimidazione" ai danni di una giornalista nel corso di una manifestazione a Chiomonte il 10 agosto 2013. I tre “No Tav” sono agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza privata. La cronista, secondo le indagini, fu circondata da oltre venti attivisti, uno dei quali con un bastone. Dura la replica del movimento No Tav dal sito Notav.info che contesta la ricostruzione di inquirenti e investigatori: «I fatti contestati sono relativi ad un provvedimento che aveva già portato a fine agosto ad una perquisizione per Giuliano con il sequestro di tutto il suo materiale audio-visivo – si legge sul sito -. Si è trattato di una cosa normale, che avviene molte volte in Valle, scambi di opinioni anche decise, che stanno nei limiti della discussione, perchè comunque criticare un giornalista è un atto di confronto normale, come ci sembra di vedere in questo paese, forse lesa maestà per alcuni, ma ancora possibile a meno che questo non avvenga in Val di Susa. Da qui nasce tutto. In Val di Susa nulla è un caso, lo abbiamo capito, ed oggi tre notav vengono messi agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza privata, reato utile a chiedere le misure cautelari e a fare un prima pagina con i mostri di turno. Magistratura e informazione embedded si trovano allo stesso tavolo in questa vicenda e la Repubblica delle manette ha svolto ancora una volta il suo ruolo da cronisti della lobby del Tav».

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Pubblicato il 11 Settembre 2013
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