Perché i pm di Varese non credono al Caso Uva?

La mancanza di lesioni, i testimoni che confermano l'autolesionismo. Ecco su cosa si basa la posizione "innocentista" dei tre magistrati della procura

Può sembrare strano, ma le indagini sul presunto omicidio di Giuseppe Uva hanno già portato per due volte a escludere che vi sia stato un delitto. Dalle indagini risulta che nessuno abbia mai visto il presunto pestaggio (Biggiogero sentì delle urla ma potrebbe avere equivocato), mentre sul corpo non vi sono segni di violenza. In tv vengono mostrate foto che enfatizzano lo stato del cadavere in un’immagine che sarebbe comunque impressionante, ma si tratta di suggestioni. Rimane certamente curioso che in caserma quella notte vi fossero 2 carabinieri e 6 poliziotti, ma questo non prova in sé nulla, se non che ci fu un intervento maldestro. Molti sono rimasti sorpresi di fronte all’ennesimo capitolo del processo Uva, leggendo che anche il procuratore facente funzione Filippo Isnardi ha chiesto il proscioglimento per i carabinieri e i poliziotti indagati. Ma Isnardi fino a tre mesi fa non sapeva nulla di questo caso e inoltre non è un magistrato di Varese. Ha aperto le carte e ha cercati altri riscontri. Il suo giudizio è pesante, anche perché era stata sua la decisione di avocare a sé l’inchiesta togliendola ai titolari originari del fascicolo.

LA TEMPESTA EMOTIVA, IL FERMO, LE EMORRODI, LA RELAZIONE CON UNA DONNA

In Aula ha rilevato che non esistono prove che portino a pensare che vi sia stata un’azione di violenza e una meccanica che abbia portato alla morte. Restava però da esplorare il movente indiretto, e cioè se gli imputati avessero scatenato in Uva quella tempesta emotiva che, associata a una malformazione cardiaca, è il motivo della morte come stabilito dalla perizia. Per la procura però non possono essere i poliziotti e i carabinieri i responsabili della “tempesta emotiva” che portò alla morte, perché in strada quella notte non ci fu un arresto illegale, ma un accompagnamento in caserma per la denuncia di ubriachezza molesta, che era nelle loro facoltà. Sulla presenza di lesioni “auto o etero indotte” come disse la perizia, la procura si basa sulle risultanze dell’autopsia e della riesumazione: non ci sono fratture, e nemmeno segni di pestaggio. Le fotografie che mostrano il cadavere impressionano sempre, ma non spiegano nulla. E’ difficile crederlo basandosi solo sull’impressione visiva, ma già 3 pm lo hanno affermato sulla base delle risultanze. Uva non era inoltre un uomo in perfette condizioni di salute. Oltre allo stato etilico soffriva di una malformazione cardiaca, il prolasso della valvola mitrale, che nemmeno lui sapeva di avere; era soggetto a una dermatite severa, era allergico a diversi farmaci come lui stesso dichiarò in ospedale prima di morire ai medici. Aveva una vita complicata e non sempre dormiva a casa. Aveva i pantaloni sporchi di sangue sulla regione anale, circostanza che le indagini e la perizia attribuiscono a una forma molto pesante di emorroidi. Chi ha affermato che venne violentato venerdì prossimo sarà a processo per diffamazione aggravata davanti al tribunale di Varese. Venne picchiato per punirlo di una relazione con la moglie di un carabiniere? E’ solo una leggenda metropolitana, la procura ha cercato riscontri in varie direzioni ma non li ha trovati. La circostanza che in caserma era incontenibile è confermata dai medici che intervennero e sono tantissimi i testimoni che smentiscono le botte in ospedale. Uva infine rimase da solo con i carabinieri pochi minuti, tra le 3 e 45 e le 4 e 11 e non fu nelle mani dello stato tutta la notte. Fin qui le opinioni della procura, ora si attendono le repliche e la valutazione del gup.

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Pubblicato il 10 Giugno 2014
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