Picchiò dirigente Inps, arrestato: “Potrebbe rifarlo”

L'autorità giudiziaria e i carabinieri bloccano un 36enne che continuava a minacciare i dirigenti dell'azienda, dopo aver cercato di colpire un responsabile con una chiave inglese. Il Gip: "Violenza sociale in espansione"

I carabinieri hanno arrestato l’uomo che lo scorso 6 maggio entrò nell’ufficio Inps di Tradate con una chiave inglese (che per fortuna non riuscì a usare), picchiò il responsabilee distrusse un computer. L’uomo, residente a Gorla Minore, classe 1977, N.S., minacciava da tempo via email i funzionari perché lamentava la sospensione del contributo di disoccupazione, dopo aver perso il lavoro in Svizzera.
L’Inps era però del tutto incolpevole, poiché la sospensione era legata a un cambio di normativa dovuta agli accordi italo svizzeri in materia di lavoro. I carabinieri della compagnia di Saronno guidati dal capitano Giuseppe Regina hanno accertato, inoltre, che l’uomo aveva perso il lavoro dopo un licenziamento per giusta causa poiché il datore di lavoro lo aveva accusato di un’aggressione nei suoi confronti. I carabinieri di Tradate avevano già monitorato la situazione da tempo, e richiesto, dopo l’incursione, un provvedimento di foglio di via dalla questura, per evitare che potesse nuovamente entrare nel territorio di Tradate. La questura aveva autorizzato il provvedimento. Tuttavia la magistratura ha ritenuto che si stesse arrivando a un vero pericolo per l’incolumità dei funzionari Inps, ed é intervenuta per evitare conseguenze peggiori. L’azienda aveva preso una guardia giurata e la vittima del pestaggio aveva dichiarato di aver paura.

L’ORDINANZA
L’ordinanza é stata firmata dal gip Giusepe Battarino, su richiesta del pm Sara Arduini: «L’indagato ha posto in essere la sua azione con determinazione tale – scrive il gip – da segnalare un’inclinazione alla violenza che rende probabile la commissione di reati analoghi o con uso di armi, e che potrebbe nuovamente manifestarsi, in forme simili o più gravi». A suo carico è emerso anche il precedente per il danneggiamento di attrezzature di un datore di lavoro nel luglio del 2009, una querela per minacce e la circostanza che «la sua attuale disoccupazione tragga origine dal licenziamento in tronco, in Svizzera, per avere aggredito il datore di lavoro». Inoltre, per due volte a luglio aveva inviato email di minacce ai funzionari Inps, con frasi gravi quali «vi perseguito a vita», «ti devo accoltellare» oppure «vengo lì e ti mando all’ospedale». Secondo il gip – che ha ritenute fondate le accuse di violenza a pubblico ufficiale, lesioni e minacce – gli strali via email costituiscono «un fenomeno emergente nel contesto sociale», caratterizzato dall’uso di strumenti telematici o social network come moltiplicatori di aggressività, «anche a fronte di pretese infondate». Parole che ricordano da vicino quanto è accaduto a Cardano al campo il 2 luglio, quando un vigile sospeso dal servizio dopo una sentenza del tribunale ha sparato a sindaco e vicesindaco lamentando un’ingiustizia che in realtà non aveva alcuna ragione d’essere. Per il gip Battarino questi fenomeni altro non sono che «la disperazione di soggetti che ignorano la natura e misura di loro diritti e doveri, direttamente aizzati da taluni personaggi pubblici». E che « trovano autogiustificazione e spunti imitativi nei comportamenti e nel linguaggio di quei personaggi». 
 

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Pubblicato il 29 Luglio 2013
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