Poste aperte due volte in 12 giorni “Adesso basta”
La protesta dei residenti delle piccole frazioni montane che altrimenti debbono fare 17 chilometri di tornanti per raggiungere l’ufficio di Maccagno
Due aperture in 19 giorni. E’ vero, in mezzo ci sono anche i festivi, e le Poste la domenica restano chiuse. Ma alla signora Alba Grillo non sono andate giù le scenette delle anziane che arrivavano dalle casette in ardesia di Armio, sede dell’ufficio postale, a piedi, con la borsetta nel stretta e il bastone. E trovavano chiuso. In molte si muovevano anche da Biegno, Lozzo, Graglio e Cadero: è la galassia di agglomerati di case che un tempo, raggruppate, davano il nome a Veddasca, oggi confluita nel comune allargato con Maccagno e Pino sul Lago maggiore.
Alba è la proprietaria del negozio polifunzionale di Armio, l’unico rimasto aperto qui sull’estremo lembo di terra che ancora si chiama Italia: per questo campeggia ben in vista una bandiera tricolore: più in là già si vede il Tamaro, che tra poco s’imbiancherà. Fra gli scaffali c’è posto, come in ogni punti di aggregazione che si rispetti, anche per i cahiers de doléances, dove scrivere quel che non va.
«Eravamo abituati all’apertura settimanale dell’ufficio postale: il lunedì, il mercoledì e il venerdì – dice al telefono, seccata per il disservizio – . Poi, dal 22 agosto, le Poste sono rimaste aperte solo il primo e il tre di settembre: un po’ poco per tante persone che devono ricevere la pensione, ma anche la corrispondenza ordinaria».
I mezzi per arrivare all’ufficio postale più vicino, quello di Maccagno, ci sono. Ma per scendere, se non si ha la macchina, è opportuno puntare presto la sveglia perché la prima (e unica) corsa del bus all’andata è alle 6.30 del mattino; il ritorno alle 11.30.
Sono comunque 17 chilometri.
«Mi dica lei un’anziana come fa a seguire questi orari per andare a prendersi la pensione – conclude Alba – : non è accettabile che ci venga riservato questo servizio. Per questo abbiamo già sentito il sindaco».
Fabio Passera è in effetti informato di questo problema. Infatti è inviperito: «Sì ci stiamo muovendo – spiega il primo cittadino del nuovo comune – . A Veddasca la situazione delle Poste è disastrosa e vergognosa: non è possibile gestire un servizio in questo modo. E’ vero, molti penseranno che siamo dietro la ruota del carro per quanto riguarda i disservizi postali, che altrove sono da tempo segnalati, in zone più abitate, e via dicendo. Ma proprio qui sta il punto: si parla tanto di abbandono dei territori, della montagna che non attira più famiglie e via dicendo. Poi alcuni si muovono e cercano di rendere la vita dei cittadini più facile. Noi la nostra parte la stiamo facendo: solo ieri sera il Consiglio Comunale di Maccagno con Pino e Veddasca ha deciso di azzerare l’aliquota T.A.S.I. per tutti i contribuenti del Comune. Ecco gradirei che anche gli altri, che in questo caso si chiamano Poste Italiane, facciano la loro, di parte: assicurino il servizio a tutti i residenti, e alla svelta».
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