Processo Uva, è iniziata la corte d’assise

Ammessi come parte civile i nipoti del defunto, ma non l'associazione del senatore Manconi. Il voto di Lucia: "Mi sono tagliata i capelli perché l'avevo promesso a Beppe"

«L’avevo giurato a Giuseppe: se fossimo arrivati al processo mi sarei tagliata i capelli a zero, e così ho fatto». L’hanno notato tutti, il singolare voto di Lucia Uva, la sorella di Giuseppe che questa mattina, al tribunale di Varese, si è presentata con un’insolita pettinatura a capello corto, e un vestito sobrio ed elegante. Fin dall’inizio, è apparso chiaro che la strategia della famiglia Uva è cambiata. Basta col “processo mediatico”, stop alle manifestazioni colorite, niente cartelli in piazza, nessuna rivelazione dell’ultimo minuto come era solito fare l’avvocato ferrarese Fabio Anselmo. Si cambia registro, a cominciare dagli avvocati: fuori Anselmo, che ha rimesso il mandato, dentro Alberto Zanzi, che nella parte civile affianca Fabio Ambrosetti (tutelano Lucia Uva, Carmelina Uva e i loro sette figli). «Ho anche tolto le scritte dalla mia macchina – sorride Lucia Uva – non vogliamo un processo mediatico, vogliamo solo giustizia». Va inoltre ricordato che una parte della famiglia è difesa dall’avvocato Fabio Matera, che rappresenta il fratello e la madre di Giuseppe. 

IL DOSSIER

E allora, ecco che la macchina processuale si è finalmente messa in moto, anche se per una serie di reati resta il nodo della prescrizione che, tranne l’omicidio preterintenzionale, cadrà il 15 dicembre del 2015. Il processo è iniziato con il giuramento e la costituzione delle parti civili. Prime schermaglie tra avvocati, poi la corte d’assise, presieduta dal giudice Vito Piglionica, ha ammesso i nipoti di Giuseppe Uva, ma ha bocciato la costituzione dell’associazione di Luigi Manconi “a Buon diritto”, poiché lo statuto è troppo generico rispetto all’interesse precipuo del processo. La corte ha poi riunito i due procedimenti, quello verso il carabiniere Paolo Righetto (che aveva scelto il giudizio immediato) e quello che proviene dal rinvio a giudizio del carabiniere Stefano Dal Bosco e dei poliziotti Luigi Empirio, Gioachino Rubino, Francesco Focarelli, Bruno Belisario, Vito Capuano, Pierfrancesco Colucci. In solidarietà con loro erano presenti i sindacalisti del Sap.

Per le difese hanno preso la parola l’avvocato Luca Marsico e il collega Duilio Mancini. L’avvocato Piero Porciani, il collega Fabio Schembri e l’avvocato Luciano Di Pardo. Il pubblico ministero Daniela Borgonovo è invece al suo esordio nel caso Uva, ed è il quarto pm a occuparsi della pubblica accusa. Un’altra importante decisione è stata quella sulle riprese televisive. Le parti civili le volevano. Difesa e accusa non si sono opposti, rimettendo però la decisione al giudice, e chiedendo che non venissero ripresi in volto gli imputati. La pm Daniela Borgonovo, inoltre, ha scelto di non essere ripresa. Tutte le richieste sono state accordate dalla corte. Dunque, il processo sarà integralmente ripreso anche dalla trasmissione “Un giorno in pretura”, che potrà mandarlo in onda, probabilmente, solo dopo la sua conclusione. Le prime timide schermaglie sono state sulla richiesta di ammettere come parte civile l’associazione del senatore del Pd Luigi Manconi, mentre era in 

Più complicate invece le eccezioni di nullità presentate dagli avvocati della difesa. Tutte respinte. Ma su una, vale la pena di soffermarsi. Poiché è pendente un ricorso in cassazione. L’avvocato Duilio Mancini ha eccepito sul fatto che, in fase di indagine, nella sua seconda ordinanza, il gip Battarino, quando ha disposto l’imputazione coatta, ha indicato il reato di omicidio preterintenzionale, che non era stato contestato nella prima ordinanza, e su cui né la procura poté svolgere accertamenti, né le difese poterono avere un contraddittorio in udienza preliminare. Il primo round su questo punto è finito come segue. A Varese, la corte l’ha respinta perché non sussiste il potere della corte d’assise di contestare l’imputazione coatta di un gip, e dunque per un giudizio di merito è necessario attendere la cassazione. Vedremo dunque cosa dirà la cassazione sul ricorso contro l’imputazione coatta del gip, che però si pronuncerà però solo il 7 aprile. La prossima udienza sarà il 14 novembre alle ore 9, e andrà avanti fino alle ore 16. Saranno ascoltati per primi i testimoni dell’accusa. I reati contestati sono omicidio preterintenzionale, abbandono di incapace, arresto illegale e abuso di autorità.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 20 Ottobre 2014
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.