Quanto ci costa se il fringuello fa le valigie

I cambiamenti climatici uccidono la biodiversità. L’uomo se ne accorge spesso troppo tardi, ma alcuni studi quantificano i costi: non è ora di “assicurarci” il futuro?

fringuello alpino foto

C’è un animale che vive sulle Alpi e nidifica sopra i 2000 metri, ma da qualche anno la sua casa si sposta sempre più in alto. Tra poco il Fringuello alpino scomparirà perché le nostre montagne non avranno più il posto per ospitarlo: mancherà la neve. Un problema da ornitologi? Non esattamente. Come non è un problema da erpetologi la sparizione della Atelopus zeteki, la rana gialla che popola le foreste del Panama e messa a rischio da un fungo: una storia raccontata da Elizabeth Kolbert, giornalista del "New Yorker" e scrittrice nel suo ultimo libro dal titolo fin troppo eloquente: “La sesta estinzione”. Il problema è che ad estinguersi potrebbe essere l’uomo, alla fine di un periodo, un’era, ribattezzata non a caso “Antropocene”.

Il mondo sta cambiando e i responsabili siamo noi uomini attenti più all’orizzonte immediato che alla programmazione di lungo periodo: paesi emergenti che vogliono aumentare subito la loro ricchezza, stanche economie industrializzate dove la priorità è superare la crisi, mantenere invariato il tenore di vita dimenticando che ogni ragionamento economico non ha fondamenta senza le risorse prodotte dalla natura.
Così diventa importante un cambiamento di rotta, e le azioni che riguardano la difesa delle specie che abbiamo raccontato nel corso delle puntate legate al progetto LIFETIB, patrocinato da diversi enti e realizzato dalla Lipu.
Perdere le specie che abitano in una regione, modificare l’equilibrio di un ecosistema produce danni non sempre incalcolabili. Qualche esempio? L’aumento dei prezzi dei generi alimentari ha sollevato proteste in numerosi paesi: nel 2007 decine di migliaia di persone marciarono a Città del Messico protestando contro l’aumento del 400% del prezzo del granoturco imputato all’incremento della domanda di biocarburanti per gli Stati Uniti: quello che in un Paese con economia manifatturiera si è tradotto in una protesta popolare ha invece causato, solo qualche anno fa, alcune delle manifestazioni di piazza che hanno concorso a generare le diverse “primavere arabe” in Nordafrica: troppo caro il costo dei cereali che hanno generato sollevazioni di piazza, anche per chiedere più diritti ma partite dalle condizioni di vita insostenibili di quelle popolazioni.

world economic forum

Cambiamenti climatici producono esodi verso luoghi dove le risorse sono meno scarse: il rischio di guerre per l’acqua è stato una delle tematiche principali del World Economic Forum di Davos nel 2008. Un altro esempio consiste nell’utilizzo di alcune piante a scopi medicinali: la metà di tutti i farmaci di sintesi ha origine naturale: con cosa ci cureremo se verranno meno? Il rapporto TEEB realizzato dall’Unione Europea che parla dell’Economia degli ecosistemi e della biodiversità pubblicato sei anni fa parla chiaro: “La perdita di biodiversità e dei servizi ecosistemici potrebbe generare costi esorbitanti per la società derivanti dalla conseguente perdita di vari servizi di approvvigionamento e di regolazione, come la produzione alimentare, la regolazione delle acque e la resistenza al cambiamento climatico. Questi costituiscono, tutti, validi argomenti a favore della protezione della biodiversità, mentre l’attuale tasso di perdita richiede un intervento urgente.”

Interventi urgenti? Le decisioni, in materia di biodiversità, non possono rappresentare un valore indefinito: l’impossibilità di quantificare il danno economico derivata dalla perdita di biodiversità può costituire un alibi pericoloso. Per questo è prezioso citare uno studio del 2010 che arriva proprio da casa nostra.
Si legge infatti nel rapporto “Il valore economico della biodiversità e degli ecosistemi” dell’Istituto Superiore per la protezione e ricerca ambientale – ISPRA: “Da pochi giorni – recita lo studio – si è conclusa a Nagoya la decima Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica. Durante i lavori è stata presentata la relazione finale di una vasto studio internazionale, l’economia degli ecosistemi e della biodiversità (noto con la sigla TEEB), che ha sottolineato il marcato aumento di costi che gravano sui cittadini a causa della perdita di biodiversità e del degrado degli ecosistemi. Portando i risultati del rapporto a una sintesi estrema, si afferma che entro il 2050 i mancati interventi a favore della biodiversità si tradurranno in perdite equivalenti al 7% del PIL mondiale” (questa cifra equivale circa al valore di circa 5 mila miliardi di dollari. Il Pil Mondiale, infatti, ammonta, in milioni di dollari alla cifra di 72.216.273 dati: Fmi 2013)

rana biodiversita

Destinando solo l’1% del Pil mondiale fino al 2030 si potrebbero conseguire miglioramenti significativi nella qualità dell’aria e delle risorse idriche e nella salute umana e garantire il progresso in direzione degli obiettivi sul clima: come osservato dall’Ocse possiamo considerarlo un “costo di assicurazione” sul nostro futuro e su quello dei nostri figli.

LEGGI ANCHE GLI ALTRI ARTICOLI DELL’INCHIESTA SULLA BIODIVERSITA’

– Sono un allocco ma non mi faccio fulminare

– L’eremita che profuma di pesca e vive una stagione
– 
La volpe che imparò a “camminare sulle acque”
– 
Il pelobate fosco e l’antipatica Ludwigia
– 
Quei migranti invisibili che partono dai boschi dietro casa

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 28 Novembre 2014
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.