Riapre il Cottolengo e ospiterà una comunità per minori
In giugno, la struttura che accoglieva le suore tornerà funzionante. Sarà la Sacra Famiglia di Cocquio a gestire un centro per bambini allontanati dalla famiglia e un ambulatorio
Il mese prossimo riaprirà il Cottolengo di Varese. Non sarà più la dimora delle suore di Torino, loro se ne andarono sei anni fa lasciando sgomenti ospiti e genitori. Le 28 ospiti vennero trasferite alla Sacra Famiglia di Cocquio dove si trovano tutt’ora, ospitate nell’ala che venne inaugurata per l’occasione.
A giugno, dunque, Villa Giuditta e l’attigua palazzina, che un tempo ospitava la palestra e la piscina, torneranno a vivere con destinazioni diverse: « Apriremo una comunità educativa per minori tra i 3 e i 12 anni – spiega Angelo Chessa, direttore della Sacra Famiglia di Cocquio che ha stipulato un contratto di affitto fino al 2030 con la casa torinese – Per noi è una novità. Abbiamo una storia ultracentenaria di aiuto in diversi campi: disabili, anziani, ma i minori allontanati dalle famiglie sono una nuova sfida che affronteremo insieme all’associazione CAF onlus che vanta una lunga esperienza nel campo. Sarà una collaborazione reciproca perché noi verremo coinvolti nell’apertura di una comunità per adolescenti tra i 13 e i 18 anni che verrà inaugurata a Milano».
La struttura che ospiterà dieci bambini e avrà un letto riservato alle emergenze, sarà diretto dalla dottoressa Giovanna Mazzucchelli. Avrà una sua specificità: la famiglia non verrà esclusa ma sarà coinvolta in un processo di avvicinamento supportato. Il personale valuterà le capacità genitoriali e si farà carico di un loro potenziamento attraverso un cammino fatto di incontri specifici con la coordinatrice della comunità e la psicologa. Si passerà poi allo “spazio neutro” dove il minore potrà riavvicinarsi ai genitori sotto il controllo del personale della casa: « Nella nostra esperienza – spiega la neuropsichiatra infantile Giovanna Morelli, responsabile tecnico scientifico – abbiamo notato che spesso in queste situazioni madri e padri vengono lasciati in disparte. Un approccio che noi vogliamo superare nell’ottica di un rientro in famiglia del bambino».
Nella palazzina attigua, la Sacra Famiglia duplicherà i suoi servizi ambulatoriali: « C’è una grande richiesta dal territorio – spiega il direttore Chessa – Ci sono liste d’attesa di 18 mesi per alcune situazioni a cui vorremmo dare una risposta. Non ci vogliamo sostituire ma entrare in una rete di assistenza al servizio del territorio. Collaboriamo già con alcune realtà come Anffas. Anche la palazzina principale, la “piccola casa” verrà ristrutturata con il coinvolgimento del territorio».
L’ambulatorio offrirà i servizi già presenti a Cocquio: valutazioni di neuropsichiatria infantile, trattamenti di fisiatria per chi ha disturbi motori, di logopedia, fisiochinesiterapia e psicomotricità, sia in regime di Servizio Sanitario sia privatamente.
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