Ritrovato il tesoro della contessa
In una villa di Baveno, la refurtiva sottratta una notte in una prestigiosa dimora di Casciago. La derubata: "Un dolore enorme, i ladri hanno anche infilzato l'urna cineraria di mio marito defunto"
Una refurtiva importante e del valore presunto di circa 1 milione di euro. La digos di Varese l’ha trovata e sequestrata in una villa di Baveno: appartiene a una facoltosa famiglia di Casciago, che nei mesi scorsi aveva subito un furto eccezionale nella propria villa museo. Si tratta di un rinvenimento molto importante, che si inquadra in una inchiesta condotta dalla digos e dal pm Annalisa Palomba, sui furti in villa. Due in particolare, quello in una casa di Viggiù e questo, nella villa nobiliare di Casciago.
Il bottino è strepitoso. Vasi a mosaico del 700, interi set di argenteria, quadri del cinquecento, seicento e ottocento (c’è un pezzo del pittore torinese Alessandro Lupo). Calici di argento, brocche di avorio, candelabri di ceramica, cristalleria, una pendola, fermacarte di Murano, elefantini di giada, ventagli ottocenteschi, porcellane in oro e blu, portabottiglie d’argento, elefanti d’argento con corna di avorio. Si tratta della stessa villa che custodiva le uova Fabergè. La procura ha indagato nove persone per questo e altri furti, tutti collegati alla stessa organizzazione.
La refurtiva (GUARDA TUTTE LE FOTO) è stata catalogata oggi in questura e restituita alla legittima proprietaria, una donna discendente di una famiglia di origine nobiliare che chiede il totale anonimato ma che ci ha rilasciato queste dichiarazioni: «Il furto che abbiamo subìto è stato scioccante – ha affermato – ringraziamo la polizia per l’aiuto che ci ha dato, ma dobbiamo dire che in questo paese le pene per i ladri sono davvero troppo lievi. Ci hanno distrutto i mobili, spaccato i vetri. Il furto ha spazzato via il lavoro che mio marito, un appassionato collezionista, aveva realizzato in tanti anni. Siamo stati violati nel patrimonio accumulato anche dai nostri genitori e dalle generazioni precedenti. Non c’è stato nemmeno rispetto per il mio dolore. In casa c’era l’urna cineraria con i resti di mio marito e i ladri l’hanno violata con un cacciavite per scoprire se dentro vi erano dei gioielli».
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