Tettamanzi inaugura il Centro Mons. Macchi

Grande partecipazione per l’apertura dello spazio espositivo dedicato al segretario di Papa Paolo VI

Il Centro Espositivo Mons. Macchi ha appena inaugurato e ha già una prima importante donazione: un crocifisso da tavolo appartenuto a Paolo VI che il Cardinale Dionigi Tettamanzi ieri, a sorpresa, ha annunciato destinare proprio alla collezione permanente. Il Sacro Monte di Varese si arricchisce di un nuovo spazio espositivo grazie all’impegno della Fondazione Paolo VI per ricordare Mons. Pasquale Macchi, arciprete del Santuario di S. Maria del Monte dal 1980 al 1988 e poi segretario personale di Papa Paolo VI. Uomo di cultura e amante delle arti, grazie alla sua volontà nacque nel 1986 la Fondazione dedicata a Papa Montini, che nel corso degli anni ha completato il restauro della chiesa della Prima Cappella delle quattordici cappelle della Via Sacra, degli affreschi e delle centinaia di statue in esse contenute; restaurato il Santuario e la chiesa che sta a ridosso  del convento delle Suore di clausura, oltre all’edificio del Ristorante di proprietà della Parrocchia  e intevenuto rifacendo ex novo il Museo Baroffio e il Santuario, arricchendolo con nuove opere pittoriche e scultoree dedicate alla Vergine.

Il Centro ospita parte della collezione di Mons. Macchi tra cui dipinti, sculture, medaglie, oggetti liturgici, stampe: un patrimonio di oltre 300 opere, solo parzialmente esposte, alle quali si aggiungono una ricca biblioteca e alcuni beni appartenuti a papa Paolo VI (e che la prossima beatificazione renderà reliquie ancora più preziose).

“L’apertura del Centro Mons. Macchi è un’occasione di gratitudine e gioia – ha detto il Cardinale Tettamanzi – E’ stato proprio lui ad aiutarci ad apprezzare il Sacro Monte di Varese”. Mons. Macchi nella sua vita coltivò la passione per l’arte in perfetta sintonia con  l’insegnamento di Paolo VI che auspicava una rinnovata amicizia tra la Chiesa e gli artisti nel famoso discorso pronunciato alla Cappella Sistina il 7 maggio 1964 che condensano il significato di un messaggio a lungo meditato, e di un impegno a favore di pittori, scultori, musicisti e poeti, cui raramente nel passato l’autorità ecclesiastica aveva prestato tanta attenzione. 

Scorrere i nomi degli artisti presenti nel nuovo Centro Mons. Pasquale Macchi consente di ricostruire la straordinaria trama di amicizie di Mons. Macchi con alcuni protagonisti dell’arte italiana del Novecento. Le dediche sincere, con frequenti attestazioni di stima, che accompagnano alcune opere donate personalmente dagli autori, sono una conferma di legami che vanno ben oltre una superficiale riconoscenza per le azioni di mecenatismo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Settembre 2014
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