Tradizione e innovazione: il Varesotto accetta la sfida del futuro

Tra le insegne storiche valorizzate dal premio regionale "selfieprize" anche quella del Borducan, locale al Sacro Monte, amato dai varesini

Da oggi, lunedì 20 ottobre, anche l’Osteria della Pista di Casorate Sempione entra nel novero dei negozi storici lombardi. Tra le 76 storiche attività premiate questa mattina a Palazzo Pirelli a Milano c’è anche il ristorante del varesotto. 

L’Osteria, secondo la tradizione orale, aprì i battenti nel 1875 e deve il suo nome alla vicinanza alle scuderie e alla pista dei cavalli “della Brughiera”. All’epoca era una locanda con alloggio e stallazzo, e in seguito fu uno dei primi hotel della zona censiti dal Touring Club Italiano, già nell’annuario generale del 1910. In seguito, durante periodi di manovre militari e la seconda guerra mondiale, l’osteria ospitò soldati e ufficiali. Gli attuali proprietari hanno rilevato l’attività nel 1971 e recentemente hanno avviato un’imponente ristrutturazione che lascia intatti gli elementi architettonici originali. Alcuni particolari in pietra dell’interno, come il pozzo e le volte delle cantine, testimoniano che il nucleo dell’Osteria risale alla fine dell’Ottocento.

Fra le tante attività della Lombardia riconosciute come storiche c’è anche lui, il Borducan, il bar ristorante ospitato nell’edificio liberty al Sacro Monte, entrato nel cuore di tutti i varesini.  In cima alla montagna,  sorvegliando tutta Varese, il Borducan aveva già conquistato il titolo di attività storica negli anni passati e quest’anno la sua insegna ha fatto da sfondo a diverse fotografie in gara per il Selfie Prize, il concorso dell’Associazione Negozi Storici destinato alla valorizzazione delle botteghe presenti sul territorio lombardo.

Pur amato, dalla chiusura da parte dei suoi storici proprietari, il Borducan non ha trovato pace, attraversando molte e diverse gestioni nell’arco di pochi anni. Dopo il forfait decretato dagli ultimi gestori nel novembre del 2013, il Borducan è rimasto in silenzio fino a maggio del 2014, quando ha ripreso vita con la riapertura da parte degli eredi dei titolari. 

«Devo ammettere che quando abbiamo scelto di riaprirlo non avevamo grandi aspettative. Abbiamo pensato di farlo per noi stessi e soprattutto per i varesini. È un’attività di famiglia che risale al mio bisnonno. Il Borducan ha vissuto i suoi anni d’oro e anche ora è pronto a dare tanto ai suoi cittadini.  Non lavora certo più come una volta, anche quest’estate il tempo non è stato di aiuto, ma dimostra di essere un posto in grado di attirare sempre tante persone». Così Mirella Bianchi, proprietaria e gestore del ristorante e albergo insieme al marito, ha commentato un’attività che per lei, come per molti cittadini, significa tanto. «Il fatto che il Borducan sia stato riconosciuto come una tra le insegne storiche della regione fa onore a Varese e a tutto il territorio che merita di essere valorizzato tanto più adesso che Expo si avvicina. Ancora ammetto di non sapere come, ma abbiamo in mente di rispolverare le tradizioni e trovare delle soluzioni perché non solo il Borducan ma tutto il Sacro Monte possa ricevere tante visite quante ne merita, nei mesi tra maggio e dicembre e nel futuro». 

Parole in sintonia con quelle pronunciate dall’ingegner Mauro Parolini, assessore al Commercio, Turismo e Terziario della Regione Lombardia, durante la cerimonia di premiazione di quest’anno: «Viviamo da alcuni anni una situazione di crisi, con questo riconoscimento contribuiamo a segnalare il valore di esperienze  positive e a proporle come modello a tutti. Questi negozi sono radicati nel territorio e ne esprimono i valori specifici e insieme ai negozi premiamo anche le comunità a cui appartengono».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Ottobre 2014
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