Ucciso dopo una giornata di tensione

Quanto accaduto domenica sera ha colpito una comunità nella quale tutti si conoscono e si muove nella disperazione per la confisca del campeggio

Il risveglio del campeggio 7 laghi è stato traumatico: quanto accaduto domenica sera ha colpito una comunità nella quale tutti si conoscono. Inoltre ha stroncato le speranze di molti di quelli che ancora cercano una soluzione condivisa alla situazione complicata che ha portato al sequestro dell’area.

Marino Bonetti, la vittima
, era giunto al 7 laghi poco più di un anno fa. Aveva trovato lavoro in un paese poco distante e quel "campeggio" sembrava una buona soluzione abitativa e a poco prezzo. Viveva da solo in una delle casette, e viene descritto come una persona molto tranquilla. La sua situazione era simile a quella di tanti altri residenti del campeggio, coloro che li ci abitano e che vedono un futuro che nell’immediato non gli garantisce neanche un tetto sopra la testa. Bonetti ultimamente non aveva neanche più quel lavoro fisso e svolgeva qualche piccolo lavoretto. Altri residenti spiegano che fino a poco fa lavorava per il montaggio delle fiere a Milano quindi se ne usciva presto la mattina e rientrava molto tardi la sera.

Maurizio Ammendola
, l’uomo che avrebbe premuto il grilletto, era più o meno nella stessa situazione: era un’ex guardia giurata, faceva alcuni lavori e aveva una compagna, la stessa che lo avrebbe accompagnato a costituirsi dopo la tragedia di domenica sera. Alcuni dei campeggiatori lo descrivono come disperato dalla situazione, ma anche una testa calda. Di sicuro il quadro di ciò che sta avvenendo al 7 laghi lo aveva molto colpito: entro domenica, salvo proroghe, le case dovranno essere lasciate libere.
La giornata che si è conclusa con un morto era cominciata con un’assemblea all’esterno del campeggio. Il presidente del Cda Alessandro Scandroglio insieme agli avvocati aveva spiegato le conseguenze della condanna per lottizzazione abusiva scritta nero su bianco dalla sentenza del tribunale di Varese. Un incontro dove è emerso che alcuni dei soci preferivano abbandonare la linea tenuta fino ad adesso.
La giornata è poi proseguita, come spesso è accaduto alla comunità del 7 laghi, tra pranzi e chiacchiere tra persone che si conoscono da sempre. Nell’aria questa volta c’era però la tensione della scadenza di settimana prossima, Bonetti e Ammendola, secondo quanto raccontano alcuni degli abitanti del campeggio, stavano discutendo di qualcosa da fare sabato prossimo per dimostrare tutta la propria disperazione nei confronti dell’imminente confisca. (Nella foto scattata domenica pomeriggio la vittima Marino Bonetti)
Quello che è successo dopo, più o meno intorno alle 20.30 all’interno della casa di Ammendola, è tutt’ora al vaglio degli inquirenti. Molti dei residenti del camping se ne sono accorti solo quando hanno visto arrivare la polizia e la scientifica e oggi piangono la scomparsa di Marino Bonetti e una causa che sembra sempre di più in salita.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Giugno 2013
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