“Un anno con le ballerine della Scala”. Il film in concorso al Torino Film Festival
Il varesino Alessandro Leone è, insieme a Massimo Donati, il regista del documentario "Fuoriscena" realizzato dopo aver vissuto un anno con gli allievi della storica scuola di danza. Anteprima al festival il 24 novembre
I segreti dell’Accademia della Scala di Milano svelati in un nel documentario Fuoriscena, firmato dal varesino Alessandro Leone, insieme a Massimo Donati. Per un anno intero i due registi autori hanno vissuto quasi ogni giorno con le ragazze dell’accademia di ballo, diventando quasi "invisibili" e raccontando la dura vita delle ballerine, la loro passione, la loro vita. Il film ha quindi avuto una lunga lavorazione, ma ha già ottenuto un grande risultato: è in concorso al Torino Film Festival, la maggiore kermesse italiana del cinema indipendente, nella sezione Italiana.doc e sarà presentato in anteprima domenica 24 novembre. Successivamente, il film sarà anche distribuito nei cinema da parte dell’Istituto Luce.
Nel dettaglio il documentario di Massimo Donati e Alessandro Leone mostra un intero anno dietro le quinte della scuola del teatro più famoso del mondo. «La macchina da presa si fa occhio discreto, capace di assecondare e seguire i ritmi progressivi in cui la bellezza di un gesto sedimenta in impegno ed esercizi quotidiani» raccontano dalla produzione, firmata da Ester Produzioni e GA&A Productions -. Il documentario racconta le storie personali di alcuni aspiranti cantanti lirici, ballerini e scenografi alla costante ricerca della perfezione da portare in scena. I due autori hanno scelto un approccio narrativo che procede per sottrazione, creando un racconto corale in cui la presenza della macchina da presa raccoglie la bellezza del luogo, dei gesti, in una narrazione senza filtri».
«Ciò che riprendevamo era talmente carico di bellezza e armonia che abbiamo cercato con il linguaggio del film di mantenerci a quel livello – racconta Donati -. Della nostra ricerca un elemento portante è la luce naturale: non abbiamo mai aggiunto, non abbiamo costruito niente». «Abbiamo cercato nel vero nudo e crudo l’essenza della ricerca della perfezione – aggiunge Leone -. Siamo entrati in Accademia in punta di piedi, con discrezione, per filmare la vita ovunque scorreva. La bellezza è legata alla presenza dei corpi come protagonisti e al legame fra questi corpi e il loro ambiente professionale trasformato in casa, un legame che si trasforma in poesia».
«Fuoriscena riesce a restituire perfettamente il clima che respirano ogni giorno, fra le nostre aule, gli allievi dell’Accademia; l’impegno quotidiano, la fatica, ma anche la gioia di trovarsi sul palcoscenico accanto a interpreti e maestri sommi – ha commentato Luisa Vinci, direttore generale Accademia Teatro alla Scala -. Sono giovani che dimostrano doti straordinarie, ma sono anche ragazzi che vivono pienamente la loro età e il documentario si è rivelato una vera e propria lente di ingrandimento, che ci ha permesso di scoprire il loro lato più personale e nascosto».
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