Un anno di stop per i piani cave senza Vas

E’ quanto stabilito dalla legge approvata all’unanimità nel corso della seduta odierna del Consiglio regionale (relatore il presidente della Commissione Ambiente, Luca Marsico, FI)

Per un periodo di 12 mesi vengono sospesi i Piani cave privi di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), che dovranno adeguarsi alla Direttiva europea sulle attività estrattive per consentire  lo svolgimento di una VAS ex post. E’ quanto stabilito dalla legge approvata all’unanimità nel corso della seduta odierna del Consiglio regionale (relatore il presidente della Commissione Ambiente, Luca Marsico, FI).

La normativa ha preso spunto -come si legge nella relazione d’accompagnamento al provvedimento- dai casi dei Piani Cave di Varese, Pavia e Sondrio (settore sabbia e ghiaia), il cui iter d’approvazione era caduto a cavallo di un periodo transitorio determinato dalla Direttiva Ue che prevedeva un meccanismo graduale di applicazione della procedura e non era direttamente applicabile a Piani considerati di portata “locale”. Quelli di Varese, Pavia e Sondrio  erano stati adottati prima del 21 luglio 2004 (quindi in assenza di obbligo di VAS) perché considerati dalla Regione nel 2004 di “portata locale”.

In seguito al contenzioso nato su uno specifico caso incluso nel Piano cave di Varese, la Commissione Europea aveva ritenuto che tale Piano dovesse essere assoggettato a VAS, aprendo quindi un “pre-contenzioso” di infrazione verso lo Stato italiano qualora non si fosse giunti ad una conclusione in grado di garantire l’applicazione della “Direttiva VAS”.

Per far fronte a tale situazione è stata concordata tra Commissione Europea, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Lombardia e Provincia di Varese una procedura ad hoc che consiste nello svolgimento di una VAS ex post, ossia applicata al Piano cave vigente. Tale procedura riguarda evidentemente anche i piani cave di Pavia e Sondrio.

«La sospensione di 12 mesi -ha detto il relatore del provvedimento Luca Marsico, FI-  è un tempo ritenuto necessario e sufficiente per la redazione del Rapporto Ambientale relativo a un Piano cave. Tale tempistica – ha aggiunto il presidente della Commissione Ambiente –  è peraltro in linea con gli impegni presi con la Commissione Europea circa lo svolgimento della VAS ex post sui Piani cave di Varese, Pavia e Sondrio. Onde evitare di ledere diritti già acquisiti – ha precisato Marsico durante la sua relazione – si ritiene infine che la sospensione interessi unicamente atti amministrativi non ancora perfezionati: gli interventi già autorizzati e in corso di esecuzione manterranno la propria validità ma avranno l’obbligo di uniformarsi agli esiti delle procedure di VAS ex post».

Approvato all’unanimità anche un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico (primo firmatario Giuseppe Villani) che chiede l’avvio entro l’anno di un percorso partecipato per definire i contenuti di un nuovo testo di legge che regoli l’attività di escavazione in Lombardia. Procedura sollecitata e condivisa dal presidente della Commissione Ambiente in quanto “fondamentale momento di ascolto delle istanze del territorio”. Alfieri (Pd): «Non si può andare avanti senza una nuova legge che questa vicenda fa tornare di assoluta attualità e necessità. Altrimenti, a forza di metterci delle pezze, i piani cave non vengono mai utilizzati fino in fondo, non rispondono davvero alle esigenze, né sono coerenti con le legislazioni nazionali ed europee».

Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Giuseppe Villani (Pd), Federico Lena (Lega Nord), Gianpietro Maccabiani e Paola Macchi (M5S), Lara Magoni (Maroni Presidente), Fabio Altitonante (FI) e l’assessore Claudia Terzi.

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Pubblicato il 01 Ottobre 2014
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