Vita e truffe di Alessio Maier

Il malnatese coinvolto nel sequestro del ragioner Spinelli ha un curriculum bizzarro. Ecco la storia della Banca Magnolia, la finanziaria Blu Service, la Porsche e quando diceva: "Mi sento un pezzente"

Prestanome e squattrinato. Intercettato, mentre viaggia in Porsche, ma con il conto in rosso. Vitaccia, quella di Alessio Maier, arrestato per il caso del fantomatico ricatto a Berlusconi, ovvero il “rapimento lampo” del ragionier Spinelli. Chi è quest’uomo? La sua banda precedente non era meno improvvisata, e folle, di quella in cui si è trovato coinvolto in questi giorni. 

La fuga in Svizzera

(nella foto, la banda che rapì Spinelli, Maier è il secondo da sinistra)

Nel 2004 incappò nella nota inchiesta in cui furono accusati anche Franco Baresi e la moglie Maura Lari. Maier era stato arrestato nel 2005, nell’ambito dell’indagine del pm Tiziano Masini, ribattezzata “Prestige cars” (alla fine patteggiò). Era il prestanome di due soggetti, Bruno Bellinato e Michele Lullo, i quali utilizzavano una finanziaria, la Blu Service srl di via Cavour a Varese, per varie truffe, tra cui promettere finanziamenti a imprenditori in difficoltà, salvo prendere gli acconti e dileguarsi. Ma non solo. Maier era l’amministratore di fatto di quella società, e anche della Verniciatura Industriale di Bergamo, e della Azimut srl di Varese (in via Volta). Quando si era trovato con l’acqua alla gola, la sua compagna aveva aperto una nuova società, la Euro World srl, a Varese, in via Salvo d’Acquisto, per ripartire a operare, senza controlli, e senza protesti.
In quegli uffici, in via Cavour, accadeva di tutto: Maier, Bruno Bellinato e Michele Lullo, avevano organizzato un raggiro per intascare dei soldi promettendo un finanziamento a degli imprenditori in difficoltà: i due capi, Bellinato e Lullo, si erano fatti ribattezzare il dottor Bruni e il Dottore, e avevano intascato 7000 euro per le pratiche istruttorie di finanziamenti “farlocchi” che dovevano servire ad acquistare gli arredi di un bar. Secondo le carte dell’inchiesta varesina, il malnatese aveva un ruolo "formale e subordinato nelle aziende gestite da Bellinato".  Ma le cose andavano maluccio. Maier era coinvolto in un giro di auto e leasing truffaldini, ma organizzava anche recuperi e compravendita di orologi e oggetti preziosi. I monili d’oro erano presi da un gioielliere di Milano, e tramite la compravendita di preziosi sembra che Maier intendesse racimolare denaro per risolvere la precaria situazione economica personale e della società Blu Service.

Il 30 luglio del 2004 gli inquirenti intercettano una conversazione in cui lo stesso Maier spiega, a Bellinato, che la casse sono vuote. Le dipendenti della Blu Service sono esasperate per il mancato pagamento degli stipendi e intenzionate a rivolgersi ai sindacati. La sue frasi sono eloquenti: «Ho cinque euro in tasca, non ho neanche i soldi per fare la benzina! Cioè mi sento un pezzente!». 
Maier ne combina di tutti i colori per trovare soldi: viene indagato per un finto furto di un’alfa 156, poiché secondo gli inquirenti non pagava le rate da tempo e voleva rivendersela. In un’altro episodio, convince, insieme a due complici, la titolare di un bar a sottoscrivere degli assegni in bianco, con la promessa che avrà nuovi capitali e nuovi soci, che però non arriveranno mai. Viene indagato anche per appropriazione indebita per aver sottratto una Mercedes 220 senza pagare le rate del leasing a una società di Mondovì e per ricettazione di auto, provento di truffa. Il 15 giugno del 2004 viene fermato, a bordo di una Porsche insieme a un complice, alla dogana di Gaggiolo perché è trovato in possesso di assegni postdatati per 15mila euro. In un altro episodio viene accusato di aver riciclato delle carte di credito abusivamente duplicate. La banda a cui aveva aderito era un centrale delle truffe: bancarotta, riciclaggio, false fideiussioni e altro. E c’era pure una finta banca, ribattezzata «Banca Magnolia» che era stata annunciata persino con articoli sulla stampa economica nazionale, tanto che era dovuta intervenire la Banca d’Italia a smentire ogni autorizzazione.
Maier non era ancora l’uomo accusato di aver collaborato al presunto ricatto a Silvio Berlusconi, e di aver gestito due cassette di sicurezza alla Bcc di Buguggiate e al Credito Valtellinese di Varese, ma si può ben dire che viaggiava già sul filo del rasoio.

aggiornamento 21 maggio 2013
Condannati rapitori di Spinelli, Maier verso l’archiviazione 

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Pubblicato il 22 Novembre 2012
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