Dall’aeroporto alle banche, la rete di “amicizie” della ‘ndrangheta

Dalle intercettazioni telefoniche emerse nell'ordinanza era palese il sistema di amicizie e connivenze con addetti dell'aeroporto e impiegati di banca da parte degli esponenti della "locale Lonate - Legnano"

«Bisogna denunciare, a fronte di una malavita che si serve dell’intimidazione e del silenzio che ne segue come strumenti e simboli di potere». Sono queste le parole usate dal Procuratore Generale di Busto Arsizio Francesco Dettori durante il consiglio comunale di Lonate Pozzolo tenutosi ieri sera, lunedì 11 maggio, e che ha avuto come protagonista la ‘ndrangheta nel territorio tra Lonate, Malpensa e Legnano. L’intervento di Dettori si è soffermato proprio sul clima di silenzio e di omertà, di silenziosa e fattiva connivenza tra la società buona e quella malata affinchè questa non diventi una zona grigia che favorisce solo la parte malata della società.

Nelle 200 pagine dell’ordinanza in seguito alla quale sono stati effettuati 39 arresti di aprile questa "connivenza" è evidente in alcuni passaggi e intercettazioni: «Quello si prende i soliti 5000 euro – afferma Fabio Zocchi in una conversazione telefonica con Nicodemo Filippelli – ci fa passare dall’ingresso dei Cargo, io entro da lì come quando abbiamo portato tuo fratello, ti ricordi? Non ci hanno neanche guardato il pass». Fabio Zocchi, arrestato per associazione mafiosa insieme a Filippelli, parla di un suo conoscente che li ha aiutati più volte a muoversi all’interno dell’aeroporto permettendo il carico e scarico di merce senza che venissero effettuati controlli. Cosa passasse da Malpensa non è dato saperlo: armi, droga? Le intercettazioni parlano di un mucchio di soldi da spartire e tangenti per pagare il silenzio e gli omessi controlli. Proprio il silenzio di cui ha paura il Procuratore Generale Dettori che in consiglio comunale non si è rivolto solo alle vittime silenziose delle estorsioni, tante e dettagliate nell’indagine della Dda di Milano, ma anche ai silenzi pagati a peso d’oro tra chi non era immischiato ma si prestava a non ostacolare.

Oltre che a Malpensa la locale "Lonate-Legnano" poteva contare anche su impiegati di banca compiacenti che trattavano i vari componenti dell’organizzazione mafiosa come clienti privilegiati consentendo loro di disporre di informazioni (spesso coperte da segreto) sulle condizioni economiche di clienti già caduti nel reticolo dell’usura delle stesse banche alle quali si appoggiavano facilitando il compito della riscossione delle cambiali. In sostanza i membri della Locale sapevano anche di quanti soldi disponevano gli imprenditori usurati e in base a quello si regolavano nelle richieste di danaro. In un caso uno dei dipendenti della banca presso la quale Fabio Zocchi ha uno dei tanti conti a lui riconducibili lo informa dei fidi di cassa in possesso di un’azienda della zona, probabilmente sotto usura da parte della Locale: «Tienitela per te questa – dice l’impiegato – ha ottanta mila euro di fido di cassa e 100 mila euro di anticipo di riba...». Fabio Zocchi non è un ingrato e in cambio di queste preziose informazioni è solito fare regali di un certo tipo come appare in un’altra intercettazione nella quale si informa su quale sia la figlia dell’impiegato perchè "gli vuole portare un vestito elegante". Che dietro tali informazioni ci sia usura o riciclaggio poco importa agli impiegati "amici", la loro disponibilità è totale.

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Pubblicato il 12 Maggio 2009
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