Super-stipendi sotto accusa a Palazzo Gilardoni

Un'indagine partita dalla Corte dei Conti mette sotto accusa l'ex Sindaco Tosi e la sua giunta per le somme versate ad alcuni dirigenti; coinvolto marginalmente il successore Gigi Rosa

Una piccola "grana" giudiziaria si è abbattuta in questi ultimi giorni su Palazzo Gilardoni, a dire la verità più sul municipio di ieri che su quello odierno. Ad essere coinvolta, infatti, è la giunta dell’ex Sindaco di Busto Arsizio Gianfranco Tosi, cui si contesta di aver concesso emolumenti troppo alti ad alcuni dirigenti comunali a partire dall’anno 2000, attraverso alcune delibere ad hoc. La denuncia è partita dalla Corte dei Conti e si è fatta strada fino al Tribunale di Busto Arsizio, che ha messo sotto accusa Tosi e vari esponenti della sua giunta, ma anche l’attuale sindaco Gigi Rosa e la sua squadra nominata nel 2002, oltre a vari funzionari comunali, per un totale di una trentina di persone. In realtà non si indagherebbe ancora in base a specifici capi d’imputazione: le persone indagate nell’ambito dell’indagine si sono fatte identificare presso la caserma della Guardia di Finanza, ritirando "avvisi" che sono tecnicamente atti dovuti da parte degli inquirenti. Infatti le persone coinvolte a vario titolo nella vicenda e la cui posizione va verificata ricoprivano tutte cariche amministrative nel periodo in questione (2000-2003).

Gianfranco Tosi appare tranquillo, anche se si dice "sorpreso" che le delibere incriminate, che concedevano le discusse indennità (si parla di cifre nell’ordine di due o tre centinaia di migliaia di euro) a quattro o cinque funzionari di primo piano dell’amministrazione comunale, possano essere viste dalla magistratura come un reato. "Valorizzare professionalità non mi sembra reato" ribadisce l’ex-sindaco Tosi. "Tanto più che quelle indennità furono debitamente contrattate con gli interessati". Di questi alcuni sono ancora in servizio a Palazzo Gilardoni; tutti lo erano già prima che Tosi diventasse sindaco nel 1993, e tutti sono stati promossi sotto il suo mandato (1993-2002), andando a ricoprire importanti posizioni nella macchina comunale.

All’attuale sindaco Luigi Rosa, sereno ma non intenzionato a rilasciare dichiarazioni ufficiali, viene viceversa contestato di aver sì revocato nel 2003 le delibere incriminate, ma di non aver chiesto la restituzione delle relative somme già elargite: una sorta di "peccato d’omissione", insomma. La notizia che la ragioneria generale dello Stato stava indagando sui "super-stipendi" made in Busto è giunta all’inizio di luglio, ma dagli uffici comunali è stato subito fatto presente che un controllo completo della contabilità avrebbe richiesto, nella situazione attuale, qualcosa come tre mesi. Frattanto la magistratura bustese, nella persona del pm Giovanni Polizzi, dovrà ora assumersi il compito di esaminare ed accertare le singole responsabilità.

Ciò che complica la vicenda è l’incertezza legale di base del contesto. Infatti Rosa non avrebbe potuto chiedere il rimborso delle cifre già erogate se in precedenza non vi fosse una sentenza o un pronunciamento contro le delibere in questione, emanate nel 2000 dalla giunta Tosi; almeno questa è una questione di non poco conto rilevata dalla difesa del sindaco, rappresentata dall’avvocato Cesare Cicorella. La vicenda è dunque delicata e complessa, e potrebbe servire a stabilire un precedente giudiziario, in un senso o nell’altro, su un argomento controverso come quello delle indennità a pubblici funzionari.

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Pubblicato il 01 Agosto 2005
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