Angelini, l’assessore e la sfida dei “grandi eventi”

Mondiali di Ciclismo, Notte Bianca: il responsabile della Promozione del Territorio del Comune di Varese da soli due mesi deve affrontare un "battesimo di fuoco"

Una passione per Rossellini e Fellini, "i grandi del nostro cinema" e sul versante sociale per il tema della sussidiarietà.
Enrico Angelini è assessore del Comune di Varese da due mesi. Si occupa della promozione del territorio e dell’università e quindi subito la patata bollente dei mondiali di ciclismo e una grande festa complessa come la Notte Bianca.
Angelini ha 51 anni, è sposato e ha una figlia di 16 anni. Ha una lunga militanza politica iniziata con la Democrazia cristiana e ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale a Varese tra il 1990 e il 92. Passato poi al Cdu di Rocco Buttiglione è stato segretario regionale e assessore provinciale a Milano nella giunta Colli. Nel 2006 ha poi aderito alla nuova Dc di Rotondi e oggi è vicino a Forza Italia.
Assessore che compiti ha un assessorato come il suo? Cosa significa promozione del territorio?
«Il 2008 è un anno molto importante per il nostro territorio, basta pensare ai mondiali di ciclismo. Stiamo lavorando su due linee. La prima prevede di gestire al meglio questo grande evento. Avremo oltre 500 milioni di audience e questo permetterà a Varese di avere una grande visibilità. La seconda prevede azioni che vadano oltre il mondiale utilizzando questo come elemento di spinta per un successivo sviluppo di attrattività. Per concretizzare queste linee abbiamo bisogno di fare sistema e allargare le reti. Sul primo credo non ci sia da dire molto. È difficile far lavorare insieme, ma è l’unica condizione per migliorare. Quanto alle reti dobbiamo allargare il campo d’azione e l’accordo con la Provincia di Milano va in questa direzione. Ci stiamo poi attivando con le associazioni di categoria economiche perché rappresentano aziende che hanno già rapporti con l’estero e hanno canali preferenziali e collaudati».

Ci sono progetti specifici per chi arriverà a Varese per i mondiali?
«Realizzeremo una card turistica che avrà durata per tutto il mese di settembre. Sarà un esperimento su cui poi aprire una riflessione dopo aver visto il risultato».

Che rapporto c’è con Mendrisio?
«Le amministrazioni hanno già rapporti ma dobbiamo fare di più. Stiamo predisponendo un piano di comunicazione. Varese deve allargare il proprio campo d’azione a livello internazionale, ma i primi interlocutori sono a Milano e nel Canton Ticino».

Sabato prossimo c’è la seconda edizione della Notte Bianca. Perché il comune crede in questo evento?
«La Notte Bianca è una grande festa, un’occasione per portare in città tante persone che ha grande valore per l’attrattività, ma non è solo divertimento. Abbiamo lavorato bene per dare due grandi contenuti legati alla cultura e alla solidarietà. La cultura non è un accessorio messo lì a caso, ma è l’elemento centrale del vivere insieme nella città. La Notte Bianca ha degli eventi interessanti legati anche all’Università già nei giorni precedenti. Quanto alla solidarietà questa vive una stagione di grande vivacità per tutti i 365 giorni dell’anno e allora perché escludere un tema così importante nella grande festa che è la Notte Bianca?»

Un grande evento quindi che va oltre le poche ore di festa…
«Certamente e il ruolo dell’amministrazione è importante proprio per questo. Noi diamo le direttive, poi la gestione è lasciata a una realtà di bravi professionisti. Lavorare con questa organizzazione è un  piacere perché interpretano bene questa logica che non vede nella notte bianca un evento spot, ma un’occasione di unione di tutte le realtà del territorio».

Lei parla di far sistema, di positività di lavorare in squadra, però c’è sempre la sensazione che Varese faccia presto a trovarsi i difetti piuttosto che valorizzare le proprie proposte. Come mai?
«Non è un problema varesino. Credo sia simile in tutta Italia. Prima di tutto è un problema di coscienza. Molti non ci credono al fare sistema e appena possono si differenziano. Fare sistema è più faticoso che andare per proprio conto, ma i risultati sono ben diversi e la notte bianca ne è un esempio. Varese però sta lavorando bene e un esempio lo si può vedere da come si muove il sindaco, capace di dialogare con tutti. Devo dire comunque che negli ultimi tempi le cose stanno cambiando e abbiamo meno difficoltà a collaborare con le altre realtà istituzionali. Un esempio concreto è il legame con la Provincia e la Camera di commercio»

Quali sono le sue passioni oltre la politica?
«Lo sport, il cinema, la lettura e i viaggi. Mi piace molto il cinema dei nostri grandi registi, Fellini, Rossellini e poi i film che raccontano i grandi personaggi».

Quali sono i suoi maestri?
«Don Giussani su tutti e a Varese don Fabio Baroncini. Loro sapevano dialogare con i giovani in un modo stupendo. Come politici De Gasperi e Giorgio Vitalini. L’elemento che tiene insieme questi quattro personaggi è il tema della sussidiarietà che mette al centro la persona e lascia una porta sempre aperta nel rapporto delle istituzioni con la società civile».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Giugno 2008
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