Attentato alla sede della Lega
Un'esplosione nella notte. Non ci sono feriti e le forze dell'ordine stanno effettuando i rilievi. Sul muro della struttura la scritta "Antifa secondo atto", al vaglio degli investigatori
Due esplosioni a distanza di qualche secondo una dall’altra hanno distrutto questa notte, 29 dicembre, le vetrine della sezione della Lega Nord di Gemonio. Si tratta del trilocale di via Marsala 1 a distanza di un centinaio di metri dalla casa del senatore e Ministro delle riforme Umberto Bossi.
I danni sono di circa 2.000 euro. Le vetrine rotte sono in tutto tre: due vetrate esterne e un vetro che sta dietro il portoncino rinforzato di ingresso alla sede, crepato dal botto e già danneggiato con liquido infiammabile tempo fa. All’interno della sede si sono spaccati tre vetri dei quadri che ritraggono militanti in compagnia dei big del Carroccio.
Gli ordigni, dicono i testimoni che abitano al piano superiore della palazzina, sono stati due e sono esplosi alle 2.48 della notte passata. Probabilmente sono stati messi tra la vetrata e la saracinesca: l’esplosione alla vetrata principale ha prodotto un buco di una ventina di centimetri ad una tenda bianca. Un’altra finestra dirimpetto alla sede del Carroccio è andata in frantumi. L’interno della sede si è riempita di schegge di vetro, probabilmente le stesse che hanno infranto i quadri.
Sul posto si sono precipitati i carabinieri e la polizia che hanno operato i rilievi fino a questa mattina. Gli inquirenti hanno pure registrato una scritta apparsa sul muro a sinistra dell’ingresso che dà sulla strada: “Antifa secondo atto”, è stato vergato in stampatello; le parole sono state coperte da alcuni manifesti della Lega appiccicati con dello scotch su consiglio delle forze dell’ordine.
Umberto Bossi, che l’entourage leghista di Gemonio assicura essere in paese, è al corrente della notizia; attorno alle 9.30 il figlio Roberto ha contattato uno dei responsabili organizzativi della sezione per sapere i dettagli dell’accaduto.
I militanti hanno appreso all’alba dei fatti e si dicono indignati ma non intimiditi. Intanto sono già in atto le indagini: nella zona sono presenti per questioni di sicurezza diverse telecamere. In paese c’è gran via vai di auto dei carabinieri e di agenti in borghese, oltre alle tante persone che si fermano a guardare l’accaduto.
Non è la prima volta che qualcuno se la prende con i lumbard a Gemonio. C’era stato già un attentato nel febbraio del 2007 e poi un altro il 4 gennaio del 2009 (nella foto il portoncino bruciato)
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