Ricordando Carletto Ferrari

Una cerimonia per ricordare il partigiano varesino

"La libertà per cui Carletto Ferrari  è morto non è la libertà materiale dello ‘stare meglio’: è il valore più alto dell’uomo, la libertà che nasce dalla verità e che dà libera espressione a tutte le potenzialità umane". Parole del parroco di Bizzozero che ben possono riassumere l’alta lezione morale del comandante partigiano Carletto Ferrari, ricordato stamane nella sua Varese in una cerimonia itinerante che ha toccato diversi luoghi significativi per la vita del tenente degli Alpini. 

Dopo la deposizione di una corona commemorativa in via Felicita Morandi, dove fu ucciso dai repubblichini il 10 genaio 1945, e la Messa in suffragio nella chiesetta di Santo Stefano a Bizzozero, Ferrari è stato ricordato in un discorso commemorativo dal Presidente della Federazione Nazionale Volontari per la libertà, Carlo Giani: un commosso ricordo della vita del comandante e del suo impegno di combattente. Ricercato dai repubblichini dopo la costituzione della Repubblica di Salò, Ferrari non smise mai di combattere il fascismo in nome del suo ideale; oltre alle azioni di lotta si impegnò nel far attraversare il confine con la Svizzera a decine di ebrei perseguitati dal nazifascismo, e cercò di coinvolgere i giovani varesini organizzandoli in gruppi di impegno civile. Dopo la commemorazione, un omaggio floreale è stato deposto anche sulla tomba del partigiano Lonati,anch’egli originario di Varese.

Alla cerimonia, organizzata dal Comune di Varese e dalla Federazione Associazioni Partigiane, hanno partecipato diverse rappresetanze istituzionali: erano presenti gli stendardi di Provincia e Comune di Varese, e dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Un modo per ricordare che non si può affrontare i problemi del presente senza ricordare chi ha dato la vita per la libertà delle generazioni future.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Gennaio 2006
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