I partigiani: «È un insulto. Speriamo che la gente di Duno non li voti»
Parlano i reduci della Battaglia di San Martino a due passi da Duno, un luogo simbolo della lotta partigiana contro i nazisti
Remo Passera (nella foto) li ha visti davvero i tedeschi e i repubblichini ai posti di blocco sulla strada che porta a Duno da Brezzo di Bedero: «Questa gente non sa davvero quello che dice e quello che fa – spiega con gli occhi di chi non riesce a capacitarsi – ma sanno quello che è successo sul San Martino?»
Proprio sopra Duno tra il 14 e il 16 novembre del ’43 ci fu uno dei primi episodi della Resistenza partigiana all’invasore nazista. Una battaglia che vide impegnati il colonnello Croce e 150 uomini arroccati sulla cima del monte che sta proprio sopra al piccolo paese della Valcuvia ed è compreso nel suo territorio. Ora a Duno si presenta una lista che si ispira al partito che portò Hitler al potere in Germania denominato "Movimento Nazionalista Socialista dei lavoratori", con tanto di traduzione in tedesco.
«Si tratta di provocatori che vengono da fuori – spiega Remo Passera mentre mostra la targa di partigiano controfirmata da Sandro Pertini – per quelle strade salivo con i miei 15 anni e il fisico indurito dalle difficoltà economiche per andare a consegnare i messaggi da parte degli uomini che stavano a valle o per portare il latte e i viveri agli uomini del colonnello Croce».
Dopo il 16 novembre con l’inevitabile sconfitta degli uomini del San Martino, si aggregò alla mitica banda partigiana Lazzarini, comandata da Giacinto Lazzarini. Oggi Remo Passera ha quasi 80 anni ed è presidente dell’Anpi di Luino. Ogni anno commemora, con i partigiani del Luinese rimasti in vita e molti cittadini, i caduti alla Gera di Voldomino, altro gruppo partigiano trucidato dai fascisti, e i caduti del San Martino. «Spero che la gente di Duno sappia eliminare naturalmente questa lista di personaggi non votandoli – continua Passera – altrimenti un luogo simbolo per tutta la Resistenza italiana potrebbe essere macchiato indelebilmente». Il rischio che questa lista possa farcela non è da escludere in quanto per cento elettori si presentano cinque liste e basterebbero pochi voti per vincere.
Anche Sergio De Tomasi, 85 primavere sulle spalle, ha combattuto sul San Martino: «La presentazione di una lista di chiara ispirazione nazista è un affronto non solo per chi come noi ha fatto la Resistenza, ma per tutta la comunità che si riconosce nelle regole della democrazia. Lì, contro i nazisti, hanno combattuto partigiani comunisti, democristiani, cattolici, gli aderenti al partito d’azione e anche i monarchici. Quella zona è un luogo simbolo, ma come è possibile che sia avvenuto? Io era appena tornato dalla campagna di Russia e avevamo creato un gruppo tutto nostro che subito si era unito agli altri che combattevano in Valcuvia. Ricordo che, dopo due giorni e mezzo di battaglia feroce, abbiamo fatto saltare tutto e siamo andati in Svizzera. Potevamo rimanervi senza problemi e invece abbiamo scelto di ritornare in Italia a combattere».
De Tomasi insiste sull’importanza di riaffermare la memoria storica: «L’antidoto per evitare queste cose è non stancarsi di ricordare. I genitori e i nonni devono parlare ai loro figli e raccontare cosa è successo in quegli anni. Penso agli abitanti di quella valle, brava gente, che aiutava i partigiani a proprio rischio e pericolo, oggi costretti ad accettare una lista del genere».
Angelo Chiesa, presidente dell’Anpi provinciale si unisce al coro di protesta: «Mi chiedo come sia possibile che la commissione elettorale di Gavirate abbia permesso a questa lista di proseguire – si lamenta Chiesa – noi risponderemo duramente ad ogni tentativo di cancellare la memoria storica di quanto è successo sessant’anni fa».
Intanto l’Anpi chiede una grande partecipazione alla cerimonia che si terrà il 2 luglio al monumento dei partigiani del "Gruppo 5 giornate" che ha combattuto sul San Martino.
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