Altro che Palaghiaccio, “Dateci un campo da Rugby”

Il responsabile tecnico della Busto Rugby denuncia la situazione che la sua società attraversa da anni dovuta al fatto che “Non abbiamo un campo in città e siamo costretti a spostarci ad ogni gara”. E propone la nuova location: il parco del Palaghiaccio.

In ambito sportivo, Busto è una città che offre notevoli possibilità. Moderni palazzetti dello sport, attrezzatissime piscine, palestre di scherma, numerosi campi da calcio e molto ancora per far fronte ai gusti di tutti. O meglio, di quasi tutti. Perchè per gli appassionati di Rugby, infatti, la vita in una città come Busto è un po’ più complicata di tutti gli altri “colleghi” sportivi. «Noi non abbiamo un campo» spiega il responsabile tecnico di Busto Rugby, Giorgio Moro, e quindi gli oltre 150 ragazzi che praticano questo sport sono costretti a grossi sacrifici per praticare il loro sport. «Ci alleniamo in un campo che non va bene -racconta Moro- ma la cosa peggiore è che, proprio per questo motivo, siamo costretti a giocare quasi sempre fuori casa, chiedendo ospitalità ad altre società o affittando campi privati». Problemi e difficoltà tecniche che hanno anche un altro risvolto. «Non avendo gli spazi, sono costretto a mandare gli Under 18 a giocare a Varese o Parabiago e questa è la cosa che più mi fa piangere il cuore».
Busto Rugby, che alla nascita era stata euforisticamente presentata nella sala consigliare di Palazzo Gilardoni, all’amministrazione chiede solo una cosa: «dateci la possibilità di giocare nella città che portiamo sulle maglie». Sono ormai 5 anni che le promesse di trovare un campo si sono susseguite, ma senza mai arrivare alla meta. Prima c’era stato lo spiraglio del campo della pista di atletica, abortito perchè «ci dicevano che le nostre linee avrebbero confuso i lanciatori», poi un terreno nei pressi del Gerbone «ma che è stato assegnato alla “Football Americano Busto” che, però, ancora non esiste» e, infine, alla presentazione di un importante progetto. «Dalla Regione ci avevano fatto intendere che, con un progetto faraonico, avrebbero potuto finanziarci. Lo abbiamo fatto e, invece, non è cambiato nulla», continua Moro.
Ma ora, con il progetto del Palaghiaccio arenato e lo spiraglio di un suo cambio di destinazione, la Busto Rugby ha posato gli occhi proprio sui terreni attorno al grande scheletro di legno e cemento. «Quel terreno andrebbe benissimo -continua Moro- e noi potremmo adattarci benissimo» senza avanzare troppe pretese ed essendo disposti «anche ad avere gli spogliatoi lontani dal campo». «Non lo vogliamo certo gratis» conclude Moro che da cittadino e contribuente si definisce «indignato nel vedere una Provincia e una Città che spendono o spenderanno montagne di soldi per mantenere quella struttura inutile» e che contemporaneamente «ci obbligano ad andare fuori regione per “giocare in casa”».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Ottobre 2012
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