In commissione opere pubbliche si discute di grandi incompiute

Raddoppio del PalaFerrini, Cinque Ponti e relative passerelle ciclopedonali, area ex Hupac in zona stazione all'attenzione dei consiglieri-commissari: punti dolenti segnati da ritardi cronici e problemi

In Commissione consiliare opere pubbliche e patrimonio si torna ad affrontare un paio di incompiute celebri, pasticci tipici di amministrazioni a tutte le latitudini e di diversi colori politici ma in salsa tipicamente bustocca, come il raddoppio della palestra del Liceo Scientifico, il PalaFerrini (già bollato come "faraonico" al tempo della sua costruzione negli anni Ottanta, oggi largamente insufficiente…), o il completamento delle famigerate passerelle ciclopedonali dei Cinque Ponti – svincolo a sua volta indicato come causa di labirintite dal principe dei contestatori, Beppe Grillo. Per il PalaFerrini è infatti in previsione, e non da ieri, un raddoppio della struttura. Il progetto iniziale, di fine 2004, bollato oggi come «uno scatolone», prevedeva un costo di 1,2 milioni di euro suddivisi a metà fra Comune e Provincia (che ha la delega all’edilizia scolastica). Il nuovo progetto emerso nel frattempo, per quanto gradito, costerà anche di più: 2,2 milioni, fermo restando a 600.000 euro il contributo della Provincia sulla base della convenzione varata all’epoca. Soldi in più che il Comune dovrà rastrellare dal suo avanzo di amministrazione, provvedendo, come riferiva l’assessore ai lavori pubblici Girola, ad una variazione di bilancio a settembre. Quale sia la fiducia nella tempestiva efficacia dell’operazione lo chiarisce per l’opposizione Valerio Mariani (PD): «Due anni fa approvammo una variazione di bilancio da tre milioni di euro per via Lonate, siamo ancora lì che aspettiamo i risultati». Per Mariani la Provincia almeno «prenda atto che a Busto si è migliorato il progetto e garantisca qualcosa in sede di gestione e manutenzione»; per Cornacchia, come al solito tranchant, Villa Recalcati deve accollarsi il 50% dei costi.

Poco più allegra la situazione tra i Cinque Ponti e via Firenze, descritta in un’interrogazione in commissione sempre da Mariani: le passerelle sembrano non finire mai, oltre a sovrastare delle propretà private rendendole di fatto accessibili («non si può lasciare un annno e mezzo una proprietà privata aperta a tutti», «c’è gente che si è ammalata dalla paura»). Cornacchia ricordava quando i condomini dell’area interessata sono venuti a chiedergli se dovevano denunciare il Comune o l’impresa esecutrice dei lavori, Girola riferiva dei colloqui con i rappresentanti dei residenti e di lavori in corso, inizialmente non previsti, a favore e tutela dei medesimi, Mario Cislaghi (gruppo misto), a suo tempo "istigatore" delle passerelle su mandato della gente del quartiere che rifiutò i previsti sottopassi associandoli a scene da Bronx, dichiarava di avere già percorso in bici quella di colore verde «fra casa mia e la pizzeria Capri…» per quanto tuttora incompleta, e di non essere il solo ad essersene già servito con soddisfazione. Si prevede prossimamente un sopralluogo con consiglieri e tecnici per approfondire lo stato dei lavori.

In chiusura di seduta entrava in discussione anche piazza Trento e Trieste (su richiesta di Enrico Salomi, Udc): Girola ribadiva che i costi di rimozione, smontaggio, trasporto e nuova collocazione ivi del monumento ai caduti oggi in piazza Vittorio Emanuele sarà a carico dei privati che eseguiranno l’intervento di riqualificazione con autosilo in centro; quanto alle polemiche sulla prevista eliminazione del pesante basamento dal monumento stesso, l’assessore riferiva che delle lettere autografe dello scultore Manfrini, autore dell’opera, confermerebbero che la base nell’opera così come concepita non c’era. Infine, su richiesta ancora di Cornacchia, tornava un’altra telenovela senza fine, quella dei (non) posti auto in zona stazione FS/RFI. Respinta la proposta di usare lo spazio di via Prandina per un posteggio multipiano perchè privata, tanto che il Comune ci paga ancora l’affitto, precisato da Girola che «da un anno siamo in contatto con le ferrovie per l’area ex Hupac» («sono 18 anni» ricorderà Cornacchia, all’epoca dei primi contatti in Giunta con il sindaco Rossi…), sarà ancora l’assessore leghista ad affermare: «stiamo lavorando per avere un parcheggio da 500 posti». Dubitare è lecito, i pendolari aspettano che il miracolo si compia.

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Pubblicato il 22 Luglio 2008
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