Discarica “bustocca” o “magnaghese”?

A Palazzo Gilardoni erano convinti che la montagnola di inerti ricadesse in gran parte sotto la milanese Magnago, ma un'occhiata alla cartina dice Busto

L’assessore all’ambiente Alberto Armiraglio pare spiazzato quando gli riveliamo che no, la discarica di inerti di cui si era parlato ad aprile in consiglio comunale non è per gran parte in territorio di Magnago. Così aveva sostenuto l’assessore in consiglio comunale mesi fa, poichè questo era stato il risultato di una prima sommaria valutazione dei tecnici comunali. «Interverremo sulla parte di nostra spettanza» aveva detto Armiraglio. Ma anche qui l’implacabile Google Earth parla chiaro: attivando la funzione che mostra i confini provinciali, si può apprezzare come il territorio della "milanese" Magnago inizi a 400 metri in linea d’aria nel punto più vicino all’obbrobrio. Non ci si fida del software? Una banalissima mappa del Comune, come quella generale del piano regolatore sul sito comunale, lo dimostra: la biforcazione tra le linee per Malpensa e per Novara è pienamente entro Busto, con tutto ciò che vi sta intorno perr un bel pezzo. Non si scappa: è proprio Busto Arsizio. Non resta che pensare che sulla prima segnalazione si fosse equivocato – e non di poco – circa la location. Ci proviamo con le coordinate geografiche: 45° 35′ 54” nord, 8° 49′ 25” est.

E se non bastasse è lo stesso sindaco di Magnago, Ferruccio Binaghi, a confermare che la cosa non è di competenza del Comune "milanese". «Siamo stati avvisati ad aprile che c’era questa discarica» dice, contattato da Varesenews, «e che secondo Busto ricadeva nel nostro territorio, ma i tecnici mandati sul posto hanno appurato subito che non era così, lì è territorio bustese. E questa è stata la nostra risposta». Che ai piani alti di Palazzo Gialrdoni non deve essere proprio pervenuta.

L’assessore Armiraglio promette che quanto prima rimanderà sul posto i tecnici comunali (e la rimozione degli inerti non sarà facile, vista la quantità), ed è più che disposto a lamentare, a ragione, la diffusa inciviltà degli inquinatori di tutti i tipi. «La mamma dei cretini è sempre incinta» dice; purtroppo, va aggiunto, anche il papà dei furbi non usa mai il preservativo. Se infatti per i detriti inerti prodotti dai privati con i loro piccoli lavori di ristrutturazione è disponibile il centro multiraccolta Agesp di viale Tosi in zona industriale, come l’assessore ricorda, chi ha a lungo scaricato nel luogo da noi fotografato e ripreso deve essere una o più imprese. E queste sono tenute a scaricare i loro importanti quantitativi di macerie presso discariche autorizzate. Questo però costituisce un costo; con i risultati ben noti.

E magari fossero solo i furbi di turno a turbare i sonni dell’amministrazione comunale bustocca, quando si tratti di ambiente e della sua difesa. C’è chi sfida la logica. È sempre Armiraglio, lamentando le fatiche di Sisifo del contrasto all’abbandono di rifiuti, a raccontarci un aneddoto che pare incredibile. Riguarda il tratto boschivo di via Baraggioli, un ricettacolo di rifiuti urbani a cielo aperto che come Agesp o i volontari di Puliamo il Mondo rimettono a nuovo, in capo a un mese si riduce di nuovo ad immondezzaio. Il Comune non è rimasto a guardare: anzi, ha fatto proprio questo ma usando una telecamera. E qualcuno ha "pizzicato" sul fatto, multandolo. «Sapete chi era? Uno di San Donato Milanese che lavorava in una ditta nelle immediate vicinanze. Quest’uomo si portava dietro sacchetti pieni di rifiuti per quaranta chilometri, andando poi a lasciarli nei boschi vicino al luogo di lavoro». No comment.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Novembre 2008
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