Corte dei conti, i dipendenti dicono no alla restituzione dei soldi

Circa 200 dipendenti hanno respinto, in assemblea, la richiesta del Comune di trattare i recuperi imposti dalla Corte. Chiedono schede dettagliate lavoratore per lavoratore

Assemblea dei dipendenti comunali infuocata, questa mattina venerdì 28 novembre, al Museo del Tessile per decidere se trattare con l’amministrazione per quanto riguarda la difficile vicenda "Corte dei Conti" che ha stabilito la restituzione per promozioni illegittime in Comune dal 1999 al 2004. L’assemblea dei dipendenti ha dato mandato alle rappresentanze sindacali di respingere la proposta dell’amministrazione comunale e di richiedere schede personali, dipendente per dipendente, con l’ammontare dei soldi da restituire. Con solo 17 voti contrari su circa 200 presenti, infatti, l’assemblea ha deciso di non trattare a queste condizioni la restituzione dei soldi non spettanti nel quinquennio preso in esame dalla Corte dei conti. I dipendenti hanno espresso una posizione nettamente contraria della quale i rappresentanti sindacali hanno preso atto.

Gli stessi rappresentanti si sono schierati, durante il dibattito, contro la proposta formulata dall’amministrazione comunale che è stata giudicata poco dettagliata. A far discutere in particolare è stata una tabella nella quale erano riportate le cifre minime e massime che i vari livelli avrebbero dovuto restituire. Per le categorie A, B e C le somme variano dai 2.000 ai 45.000 euro mentre per la categoria D la restituzione varia tra i 3.500 euro ai 143 mila. L’unico sindacato ad essere favorevole all’accordo è stato il Csa Fadel, rappresentato da Angelino Liguori. Contrari si sono schierati Cgil, SdL intercategoriale e Cobas.

Dopo questo ennesimo scontro col Comune il consigliere Mario Cislaghi, favorevole all’accordo, chiede al sindaco Gigi Farioli di intervenire: «Il sindaco, che ha le deleghe, deve intervenire con forza – ha detto il consigliere d’opposizione – gli ho già espresso la mia posizione e spero che tenga in considerazione il clima difficile che si sta vivendo negli uffici comunali. I lavoratori sono stanchi di questa situazione». A fronte delle difficoltà economiche, infatti, i dipendenti eviterebbero volentieri di dover restituire parte dei guadagni che non gli spettavano in quegli anni. secondo i dipendenti, infatti, le colpe sono da attribuire ai livelli dirigenziali e non ai singoli lavoratori. Proprio tra i dirigenti, infatti, compaiono le cifre più alte da restituire. In un caso, addirittura, un dirigente dovrebbe restituire circa 250 mila euro mentre gli altri casi di dirigenti, meno di una decina, variano tra i 50 mila e i 150 mila euro.

Subito dopo l’assemblea, il no dei lavoratori è stato portato a Palazzo Gilardoni dove si è tenuto un incontro con gli avvocati del Comune per capire quali saranno i prossimi scenari. All’assemblea ha presenziato anche il consigliere di Rifondazione Comunista Antonio Corrado, a sostegno dei dipendenti: «Da quando ho a che fare con la macchina comunale, dalla mia entrata in consiglio nel 2002, ho capito le difficoltà dei lavoratori comunali – ha detto Corrado a margine dell’assemblea – che davvero hanno una mole di lavoro imponente e cercano di svolgerla tenendo alto il livello di qualità dei servizi nonostante guadagnino poco e siano sotto-organico. Credo che non debbano pagare loro per errori e sbagli commessi dai politici o dai dirigenti».

 

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Pubblicato il 28 Novembre 2008
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