Agrolinz saluta Castellanza senza bonifica, arriva Chemisol
La nuova società continuerà a produrre resine melamminiche e continuerà il piano di caratterizzazione. Non si parla più di bonifica ma di messa in sicurezza. Preoccupata Lidia Zaffaroni
Agrolinz Melamine Italia ha ceduto gli impianti e i terreni di sua proprietà, all’interno del polo ex-Montedison di Castellanza, a Chemisol Italia srl, società che contiene al suo interno Borgo Olona Srl. Gli impianti, fa sapere la Chemisol, continueranno a produrre resine melamminiche e i 46 lavoratori attualmente impiegati da Agrolinz, non perderanno il posto e continueranno a lavorare per la nuova società. La Chemisol si è, inoltre, impegnata a continuare il piano di caratterizzazione dell’area (passo che precede la bonifica) partecipando alle conferenze dei servizi in Regione ma, allo stesso tempo, continueranno a produrre. La stessa Chemisol parla di volontà da parte dell’azienda di effettuare la messa in sicurezza del sito in continuità con quanto fatto da Agrolinz.
Il passaggio di proprietà degli impianti non trova impreparata Lidia Zaffaroni, battagliera consigliera comunale di "Insieme per Castellanza" da anni in prima linea per la bonifica della ex-Montedison: «Ora che la Chemisol ha deciso di continuare a produrre credo che la bonifica non sia nei pensieri della nuova società – ha detto la Zaffaroni – mentre Ami era costretta a farla se si fosse deciso di cambiare la produzione, con la centrale a olio di palma, Chemisol, invece, continuerà a produrre resine, anche se non so per quanto visto che di tutto l’impianto ne funziona solo una minima parte».
Inoltre secondo la Zaffaroni Chemisol non è obbligata a fare la bonifica del sito secondo la legge 152 del 2006 che all’articolo 245 spiega chiaramente che il responsabile dell’inquinamento deve effettuare la bonifica mentre il nuovo proprietario no: «La legge parla chiaro – conclude la Zaffaroni – quindi Chemisol può tirarsi indietro quando vuole rispetto alla bonifica. Spero che ci sia serietà e aspettiamo l’azienda alla prova dei fatti». La questione della bonifica è al centro dell’interesse della procura di Busto Arsizio che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di disastro ambientale.
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