Consuntivo 2009, opposizioni all’attacco su patrimonio e opere pubbliche

Le miranze: "Vendite di immobili comunali: zero. Lavori avviati: zero". Il sindaco Farioli fa il punto sulla vicenda del personale: "Potranno ricorrere contro le restituzioni". Otto milioni di euro per chiudere un contenzioso sui terreni del futuro polo scolastico di Beata Giuliana

Una “supercommissione” quella congiunta sul bilancio consuntivo (o rendiconto di gestione) 2009 del Comune di Busto Arsizio. Quello andato in scena a Palazzo Gilardoni martedì, assenti molti consiglieri/commissari e vari assessori, era in qualche modo un antipasto del prossimo consiglio comunale, che giovedì si svolgerà dalle 19 alle 21, per lasciare liberi tutti di presenziare ad una veglia per il lavoro in zona industriale organizzata con le parrocchie.
Se il bilancio di previsione è la sede naturale dei “faremo”, in cui si cerca di contemperare esigenze, richieste e “pallini “ vari spesso contrastanti, il consuntivo è, per dirla con la Gabanelli, il “come è andata a finire”. E per l’opposizione bustocca non è finita bene, alla luce delle premesse del bilancio di previsione 2009, che vedeva un ruolo assai preminente per le alienazioni (vendite) di immobili comunali. Le quali hanno fruttato in complesso zero euro, denunciava il PD. Una voragine “tappata” a suon di oneri di urbanizzazione e avanzo di amministrazione, come ricordavano dalla minoranza.
L’opposizione ha chiesto conto del non fatto, delle mancate realizzazioni di opere pubbliche, e delle mancate vendite di immobili e terreni del Comune. È stato richiesto qualche aggiornamento al sindaco anche sulla complessa e penosa vicenda del personale comunale e dei soldi che dovrà rendere all’erario per le progressioni di carriera irregolari; si richiedeva qualche notizia anche sui terreni che ospiteranno il polo scolastico di Beata Giuliana.

–  Le alienazioni "fantasma"

«Il consuntivo si valuta dalla coerenza rispetto al bilancio di previsione». Parola del capogruppo del PdL Sandro Orsi, durante una delle sue reprimende ai consiglieri d’opposizione. I quali, lieti di prenderlo in parola, partivano all’assalto con la portavoce PD D’Adda. «È macroscopico, addirittura imbarazzante, che è stata ‘cannata’ (sic) la coerenza fra preventivo e consuntivo 2009: vedi il piano delle alienazioni, introiti zero. Per piacevole che sia stata l’esposizione dell’assessore sul consuntivo (le sue slide hanno ricevuto il plauso unanime della maggioranza ndr), politicamente non sta in piedi – c’è un buco coperto con oneri di urbanizzazione e avanzo di amministrazione». E i primi, insisteva il collega Ruggiero, andrebbero usati proprio per finanziare le opere: a Busto per il 75% coprono la spesa corrente. «Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere» bacchettava Orsi. Dal PD facevano il verso al suo intervento, bollandolo come contraddittorio: «Siamo stati bravi perchè non abbiamo venduto, noi non volevamo vendere…». «Le opere sono state finanziate comunque con altri mezzi» faceva notare il vicesindaco Reguzzoni. Che il bilancio consuntivo sia, alla fine, la continuazione della politica economica di un Comune… con altri mezzi?  

– La questione del personale

Sulla delicata partita Farioli ha ricordato come «siamo usciti da una gravissima situazione economica cui erano chiamati a rispondere il Comune e numerosi dipendenti». Con un lavoro immane durato tre anni, fra delibere, azioni di autotutela, assunzioni ordinarie e non, corsi di formazione – nel solo 2009 sono state dedicate alla formazione risorse pari a quelle dei precedenti 29 anni (!) – si sono “sanate” circa 280 posizioni e ridotti da 30mila a 3mila in media euro i debiti a testa per i dipendenti coinvolti. Almeno per le figure non dirigenziali si è poi deciso di soprassedere ad una richiesta immediata dei soldi. Si cammina su un filo sottile: «dobbiamo tutelare l’ente da un danno contabile ma anche cercare di non danneggiare la vita quotidiana dei nostri lavoratori». Le messe in mora restano, ma vi sarà la possibilià di adire le vie legali (giudice del lavoro) quando non si fosse persuasi della congruità delle restituzioni richieste. I sindacati stanno a loro volta cercando di rimediare al disastro come possono. E c’è sempre la possibilità che i dipendenti cerchino infine rivalsa sul Comune stesso, come si faceva presente in aula: almeno 100mila euro sono a bilancio per ulteriori spese legali.

– I terreni del campus di Beata Giuliana

Il vicesindaco Giampiero Reguzzoni ha riferito sulle modalità dell’"acquisizione bonaria" di aree che ha chiuso un contenzioso partito addirittura nel 1962 (vero!) sulle aree oggi interessate dal progetto del futuro campus scolastico della Provincia. Si tratta di circa 220mila mq nella mani di due proprietari, e di metà dell’area della Cascina dei Poveri, acquisiti per 8 milioni di euro. Risorse già accantonate in appositi fondi, dunque non a rischio di debiti fuori bilancio. Il sindaco, prevenendo le perplessità delle minoranze, ha citato il problema del patto di stabilità, che si porrebbe, "blindando" gli investimenti, nel caso in cui si liquidasse la cifra in un’unica soluzione senza avere sulla stessa partita entrate adeguate dalla Provincia. Su questo, riferiva, si sta lavorando.

– Le opere pubbliche (che non ci sono)

Qui a pungolare la giunta era Antonello Corrado per Rifondazione. «Anche il piano delle opere, completamente disatteso, fa parte del bilancio di previsione, che conteneva promesse di lavori pubblici neanche cantierati». Perchè? chiedeva. Il sindaco, pur ammettendo di essere il primo ad essere insoddisfatto quando non si avviano in tempi solleciti opere spesso necessarie (vedi via Piombina a Sacconago), ha messo le mani avanti ricordando fra l’altro gli effetti della profonda riorganizzazione in corso a Palazzo Gilardoni, con una macchina amministrativa «disastrata» e sottoposta ad una «spada di Damocle» che gravava su gran parte del personale. «Tutte le opere del 2009 in fatto di lavori pubblici sono state finanziate» ha detto il sindaco, «e senza assumere mutui». Più in chiaro: «Abbiamo finanziato opere che possiamo realizzare». Sì, ma quando? Mariani (PD) non era tenero: «ai cittadini non interessa il pareggio dei conti, ma le opere. Quelli vedono le fognature fatte o no» il senso della sua ultima replica. «Se avessimo venduto degli immobili del Comune, sareste lì a lamentarvi che abbiamo finanziato le fogne con il patrimonio dei nostri avi, o qualcosa del genere» la risposta dai banchi della giunta. Difficile però riempire a suon di se e di ma le colonne di un bilancio. O rabbonire una minoranza consiliare intenta a fare le pulci al medesimo.

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Pubblicato il 27 Aprile 2010
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